Usa, nei guai ex sergente modella di Playboy: ruba bandiera a manifestanti e si scontra con la polizia

Usa, nei guai ex sergente modella di Playboy: ruba bandiera a manifestanti e si scontra con la polizia
di Federica Macagnone
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Lunedì 20 Aprile 2015, 11:43 - Ultimo aggiornamento: 21 Aprile, 17:13

Michelle Manhart, una donna di 38 anni ex sergente della Air Force statunitense ed ex modella di Playboy, è stata arrestata per aver sottratto una bandiera americana a un gruppo di manifestanti che la stavano calpestando in segno di sfregio al Valdosta State University, in Georgia.

Michelle, che si era rifiutata di restituire il vessillo, dopo una breve colluttazione con gli agenti che l'hanno immobilizzata in terra è stata ammanettata e portata via in auto dalla polizia.

Dopo aver sottratto la bandiera, Michelle era stata circondata dai manifestanti che le intimavano di restituirla.

Lei, però, si è rifiutata, sostenendo che la bandiera è di tutti gli americani e che loro non avevano il diritto di calpestarla. La polizia ha tentato di convincerla a cedere, ma Michelle, che come militare ha prestato servizio in Kuwait, ha tirato fuori tutto il suo spirito battagliero e ha resistito.

«Non volevo che succedesse nulla del genere - racconta - Ma uno studente mi ha telefonato per segnalarmi che la bandiera era a terra e che quelle persone ci stavano camminando sopra: a quel punto sono andata a raccoglierla. Non so quali siano i motivi della loro protesta, ma la bandiera non merita di essere gettata al suolo ed essere infangata. E' come se uno protestasse contro il razzismo e si mettesse a camminare sopra uomini bianchi. Calpestare la bandiera vuol dire calpestare il simbolo della nostra libertà. Io non combatto contro di loro, combatto contro quello che stanno facendo».

I manifestanti non hanno chiarito per quale motivo stessero protestando, ma in ogni caso non hanno sporto denuncia contro la donna che, dal canto suo, è stata ammonita dalla polizia che le ha vietato d'ora in poi di entrare nel campus.

In passato Michelle era finita sotto i riflettori per aver posato nuda, nel 2007, per Playboy: foto di nudo esplicito, pubblicate nell'edizione di febbraio, che mostravano l'allora sergente in pose provocanti con e senza uniforme militare. Quando i vertici dell'Air Force videro quelle immagini la sollevarono dall'incarico che aveva nella base di San Antonio, in Texas. In seguito fu degradata e, infine, lasciò le forze armate dopo 14 anni di servizio. Anche allora, comunque, non rinunciò al suo atteggiamento di sfida e disse alla stampa: «Non ho fatto nulla di male, quindi non pensavo che sarebbe stato un grosso problema». Successivamente è comparsa in altre edizioni di Playboy - compresa la copertina dell'edizione messicana - e ha posato per il gruppo animalista Peta per sostenere una campagna anti-pelliccia.

Michelle ha ora annunciato di voler organizzare in città una contro-manifestazione pro-militare per mercoledì. In risposta all'incidente, il rettore dell'università ha detto di disapprovare il fatto che la bandiera sia stata calpestata, ma che in ogni caso i manifestanti hanno la libertà di farlo senza che nessuno possa opporsi. «La bandiera americana rappresenta le cose migliori del nostro Paese - ha detto William McKinney - Come ha detto la Corte suprema, una di quelle cose è il diritto alla libertà di parola, che include il diritto di mancare di rispetto anche al simbolo degli Stati Uniti. Se da un lato dissento profondamente dalle azioni messe a segno dai manifestanti, dall'altro riconosco loro il diritto di protestare».