Usa, 56 chilometri a piedi per andare al lavoro: la lotta di Steven per salvare la moglie

Usa, 56 chilometri a piedi per andare al lavoro: la lotta di Steven per salvare la moglie
di Federica Macagnone
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Lunedì 2 Marzo 2015, 18:45 - Ultimo aggiornamento: 3 Marzo, 20:09
Ogni giorno, prima di affrontare la sua maratona quotidiana, Steven Simoff dà un bacio alla moglie e le accarezza il viso. Lo stesso rituale da nove anni, da quando si è reso conto che stava per perderla e che la vita, senza di lei, non avrebbe avuto più un senso. Con lei, invece, ha sicuramente un senso affrontare ogni giorno quei 56 chilometri a piedi che separano la sua casa di Davis City al Casinò Lakeside di Osceola, in Iowa, dove ogni notte lavora come addetto alle pulizie.



Steven, 61 anni, ogni giorno esce di casa alle 15.30 per arrivare puntuale al lavoro e iniziare il turno alle 23: in mezzo ci sono 56 chilometri di fatiche quotidiane, di passi che non si contano più sulla Interstate Highway 35, una strada isolata a quattro corsie dove il sole sembra battere più forte che in altre zone e la pioggia sembra avere la consistenza di piccoli massi. Nonostante ciò, non c'è nulla che possa fermare il passo di Steven: sua moglie Renee ha bisogno di cure e di medicinali. Nove anni fa è stata colpita da un ictus e negli anni passati ha avuto due attacchi di cuore. Non può lavorare e da qualche tempo in casa è arrivata pure la disperazione di Steven, 22 anni, nipote della coppia, disoccupato e senza un posto dove vivere.



Una disperazione, quella di questa famiglia, che unisce e ha il sapore della dignità di chi sacrificherebbe la propria vita per quella della persona che si ama. Un amore in grado di far superare la stanchezza: da giovedì a martedì, dopo i chilometri in strada, a Steven lo attendono otto ore in piedi per la pulizia del Casinò, ad eccezione di due pause di 15 minuti e un'altra di mezz'ora per un pasto.

Tutto per 9,07 dollari l'ora che devono servire per le cure di Renee, l'affitto di 400 dollari mensili e il cibo. Non resta nulla per riempire il serbatoio della Ford Windstar minivan del 2002 che raramente lascia il garage per mettersi in strada.



«Prima di tutto, quando hai una famiglia e hai un lavoro, devi essere in grado di sostenerla economicamente – ha raccontato Steven – Non puoi mollare, devi essere in grado di conservare il tuo lavoro».

E così, consumando un paio di scarpe ogni due mesi, Steven scende in strada e cammina, nella speranza che prima o poi qualcuno noti quell'uomo solitario e gli offra un passaggio. «Se sono fortunato riesco a rimediare un passaggio tre giorni su sei. La domenica è il giorno più difficile – ha raccontato Steven – Tutto dipende dal tempo e da come si sente la gente quel giorno». Al ritorno dal lavoro, spesso riesce a farsi dare uno strappo da un collega che abita a Leon, a 13 chilometri da casa.



Nonostante l'avanzare degli anni, Steven per ora assicura di non avere alcun acciacco, solo qualche mal di testa che non riesce comunque a fermare la sua sfida giornaliera con la vita. «Finché i miei due piedi andranno e la salute sarà buona, andrò avanti – ha detto Steven – le bollette vanno pagate, no?».



L'impresa quotidiana di Steven ricorda quella di James Robertson, 56 anni, di Detroit costretto a camminare 34 chilometri al giorno per andare in fabbrica: per lui il web si mobilitò raccogliendo 350mila dollari e regalandogli una nuova Ford Taurus. Chissà se anche la storia di Steven riuscirà a toccare i cuori di chi è più fortunato.