Addio a Ulrich Beck, il sociologo che teorizzò la “società del rischio”

Addio a Ulrich Beck, il sociologo che teorizzò la “società del rischio”
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Sabato 3 Gennaio 2015, 20:00 - Ultimo aggiornamento: 6 Gennaio, 16:57

Era forse il sociologo più famoso al mondo, sicuramente in Europa. Con le sue lucide critiche aveva sezionato la società occidentale, rimanendo però un ottimista: Ulrich Beck è morto a 70 anni. Un infarto se l'è portato via l'1 gennaio.

Con i suoi libri e concetti ha influenzato una generazione di intellettuali e di politici. Nonostante le sue analisi feroci della società, era rimasto ironico e positivo fino alla fine. Il suo libro più famoso, La società del rischio del 1986, divenne un bestseller, tradotto in tutto il mondo, in oltre 35 lingue (in Italia è uscito per la prima volta nel 2000 per Carocci Editore). Nel 2007 uscì una riedizione aggiornata: La società mondiale del rischio.

Altri libri, in parte scritti assieme alla moglie e collega Elisabeth Beck-Gernsheim, si susseguirono nella lista dei bestseller: Das ganz normale Chaos der Liebe del 1990 (Il normale caos dell'amore, Bollati Boringhieri), Fernliebe: Lebensformen im globalen Zeitalter del 2011 (L'amore a distanza, il caos globale degli affetti, Laterza) sulla fine dei valori e legami tradizionali e le conseguenze dell'individualismo.

Molte sue formule ed espressioni sono entrate nel gergo comune o divenute paradigmi politici, come le sue critiche alla gestione della crisi dell'euro della cancelliera Angela Merkel riassunte del concetto "Merkiavelli". «Le sue critiche alle risposte sbagliate alla crisi in Europa sotto il termine "Merkiavelli" sono molto presenti in noi», ha detto in una reazione alla sua morte il vicecancelliere e leader socialdemocratico, Sigmar Gabriel. «Tutti noi siamo stati influenzati negli ultimi 30 anni dai suoi concetti e teoremi, dalle sue analisi precise sapeva sviluppare e dare orientamenti per agire», ha aggiunto.

Nel suo libro più importante la tesi più audace: la società moderna non si è ammalata per le sue sconfitte, ma per i suoi successi. Il terrorismo internazionale è conseguenza della vittoria del moderno, la catastrofe climatica del successo dell'industrializzazione, la disoccupazione di massa dei guadagni della produttività e l'invecchiamento della società minaccia i sistemi previdenziali perchè la medicina ha allungato la vita agli uomini.

Nonostante le sue prognosi fosche, Beck era un ottimista, che argomentava con i piedi per terra e una buona dose di distacco e ironia. Fra le sue critiche alla politica anche quella di sfruttare la paura del terrorismo per imporre leggi sulla sicurezza e strumenti di controllo de cittadini. Tra le sue pubblicazioni in italiano, anche Che cos'è la globalizzazione. Rischi e prospettive della società planetaria (Carocci), L'Europa cosmopolita. Società e politica nella seconda modernità (Carocci) e Europa tedesca: la nuova geografia del potere (Laterza).

Ulrich Beck era nato il 15 maggio del 1944 a Stolp, allora Pomerania oggi Polonia. Dopo la guerra la famiglia si trasferì a ovest, ad Hannover, dove visse assieme alle sue quattro sorelle. Fra il 1973 e 1979 ha lavorato come assistente all'Università di Monaco dove in seguito ha diretto la cattedra di Sociologia fino alla pensione nel 2009. Parallelamente era professore di sociologia alle Università di Bamberg e Muenster e "visiting professor" a Cardiff ('95-'98) e, dal 1997, alla London School of Economics and Political Science (Lse). Nel 2011 divenne professore alla fondazione scientifica Maison des Sciences de l'Homme (Fmsh) a Parigi. Numerosi i suoi articoli sulla stampa, tedesca e internazionale, italiana inclusa.

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