Kiev: «Speranze illogiche su intesa»
Pasqua ortodossa frena il blitz militare

Kiev: «Speranze illogiche su intesa» Pasqua ortodossa frena il blitz militare
di Luca Lippera
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Venerdì 18 Aprile 2014, 12:32 - Ultimo aggiornamento: 19 Aprile, 14:05

Nessun ritiro, nessun cambiamento. L'Ucraina dell'est, nonostante l'apparente intesa raggiunta ieri a Ginevra tra Russia, Unione Europea e Stati Uniti, sta vivendo un'altra giornata ad altissima tensione, esattamente come nei giorni precedenti. I filorussi che chiedono l'annessione a Mosca non hanno abbandonato nessuno degli edifici occupati a Lugansk, Donetsk e Sloviansk, mentre le autorit di Kiev hanno precisato che le operazioni militari vanno avanti e che - qui il punto - inutile riporre speranze illogiche sull'accordo. I separatisti della autoprocalamata Repubblica di Donetsk pongono come condizione al ritiro l'indizione di un referendum come quello tenuto in Crimea. L'intesa - dicono - non l'abbiamo firmata noi e quindi non siamo tenuti a rispettarla.

Il vertice di Ginevra - c'erano rapprsentanti della Russia, dell'Ucraina, dell'Unione Europea e degli Usa - si è concluso con una dichiarazione comune: «Tutte le milizie illegali devono deporre le armi. Gli insorti debbono ritirarsi. Verrà discussa una riforma costituzionale dell'Ucraina». Ma le parole, almeno per il momento, non sono servite a nulla. Combattimenti sono stati segnalati Sergiivka, nei pressi di Kramatorsk, nell'Ucraina dell'est, dove il militari di Kiev hanno ripreso il controllo di un ripetitore televisivo perso nei giorni scorsi.

A Donetsk, un milione di abitanti, capoluogo della regione, i filorussi continuano a occupare la ex sede del governo locale. Stessa cosa a Lugansk. Uno dei comandanti della milizia popolare, intercettato dala Bbc e da un'emittente locale, ha ripetuto che è «disposto a un accordo con Kiev solo se verrà concesso un referendum per definire lo status dell'area e forse anche per chiedere l'annessione alla Russia».

Lo spettro di una nuova Crimea, con pezzi di territorio che migrano sotto l'ala protettiva del Cremlino, agita ovviamente l'Ucraina. Ma Kiev, all'indomani dell'intesa, pur ripetendo che «l'operazione contro i terroristi andrà avanti finché i terroristi (ritenuti russi, ndr) non lasceranno il nostro territorio», è stata costretta ad alzare il piede dall'acceleratore. Quest'anno, cosa che accade raramente, la Pasqua cristiana e la Pasqua ortodossa coincidono. Oggi, a Roma, a Mosca, a Kiev, è Venerdì Santo e un bagno di sangue in giorni così sentiti dala popolazione - la religiosità nell'Europa dell'Est tocca corde profondissime - finirebbe probabilmente per provocare un incendio incontrollabile.

L'Ucraina ovviamente non sta con le mani in mano: circa centocinquenta cittadini russi sono stati respinti alla frontiera orientale e l'esercito avrebbe iniziato a scavare un ampio fossato lungo la frontiera con Mosca. Si parla di lavori su un asse di circa cinquecento chilometri, ma certe notizie, ovviamente, sono diffcilmente controllabili. Restrizioni sono state imposte anche al confine con la Crimea e la stessa Aerofloto, la compagnia di bandiera russa, ha diffuso una nota in cui sconsiglia ai russi di recarsi in Ucraina.

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