Ognuno con il suo carico di rancori e di vendette. Se i polacchi e i baltici sognano di allargare la Nato fino alle porte di Mosca, Putin enfatizza la sua visione imperiale di “Nuova Russia”, allargando il suo spazio vitale e capace di misurarsi con Europa ed America senza subire umiliazioni. Insieme a quella cinese la diplomazia russa è tra le più acute e dure, e di conseguenza, tra le più bugiarde.
La tedesca Merkel e il francese Hollande, nelle dovute maniere, forse avranno l’impressione che Putin non intende spingere fino al limite della rottura: non è tanto stupido da rischiare miliardi di incassi per piantare la bandiera della sovranità russa sui territori orientali dell’ Ucraina, popolati da signori della guerra inaffidabili e rapaci. Meglio non esagerare e lasciare che si consumi un conflitto banditesco, secondo lo schema sperimentato nei Balcani: soldatesche in uniformi senza simboli di riconoscimento, popolazione civile senza alcuna protezione, macchine della propaganda che macinano a pieno vapore polverizzando ciò che per i russi ha sempre avuto scarso valore, cioè la verità.
Appellarsi alla libera volontà del popolo è un inganno buono per tutte le stagioni e per qualsiasi commedia. America ed Europa negano alla forte minoranza russa dell’Ucraina di ricongiungersi alla madrepatria? Perché a loro viene negato il diritto - risponde Mosca - che era invece stato concesso agli albanesi del Kosovo, compresa l’ invenzione americana di un esercito di liberazione creato nel corso di una notte? La tripartizione della Bosnia-Erzegovina è una baracca che potrebbe crollare al minimo soffio di vento e il Kosovo “libero e sovrano” si regge sul ricatto e la corruzione.
Sarebbe questo il futuro dell’ Ucraina, circondata a occidente dai nuovi arsenali della Nato e ad oriente da quelli vecchi, ma letali, del comandante Putin? L’Ucraina ha bisogno di pace e di sviluppo; la Russia ha diritto di non sentirsi assediata da vicini ostili.
Senza dimenticare “l’ antemurale christianitatis” di fronte allo spaventevole deserto dei tartari che oggi non è più vuoto e si chiama Grande Califfato.