ESCALATION DI VIOLENZE
Secondo il documento, diffuso nel giorno dell'incontro a Ginevra tra il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov e il segretario di Stato Usa John Kerry per discutere proprio della crisi nel Donbass, l'escalation delle violenze nelle ultime settimane, in particolare vicino all'aeroporto di Donetsk e nella zona di Debaltsevo, ha provocato centinaia di morti, sia civili che militari.
A dispetto dei successivi cessate il fuoco, «oltre 6.000 vite sono state perdute in meno di un anno a causa dei combattimenti nell'Est dell'Ucraina», ha detto Zeid Raad Al Hussein in un comunicato, denunciando una «spietata devastazione dei civili e infrastrutture», dove «donne, bambini, vecchi e gruppi vulnerabili sono particolarmente colpiti e soffrono pesantemente le terribili circostanze di cui sono vittime». E anche la condizione delle persone rimaste nelle zone controllate da gruppi armati, ha aggiunto, è diventata «insostenibile».
LA SOFFERENZA DEI PIU' DEBOLI
Il rapporto denuncia inoltre arresti arbitrari, torture e sparizioni forzate commessi principalmente dai gruppi armati, ma anche, in alcuni casi, da parte delle forze ucraine. Si evidenzia anche la situazione particolarmente difficile delle centinaia di migliaia di sfollati a causa del conflitto.
«È indispensabile che tutte le parti rispettino le decisioni degli accordi Minsk e cessino i bombardamenti indiscriminati e le ostilità che hanno creato una situazione orribile per i civili, in flagrante violazione delle legge umanitarie internazionali e dei diritti dell'uomo», ha aggiunto l'Alto Commissario.
I combattimenti delle recenti settimane hanno creato anche una situazione insostenibile per le persone rimaste intrappolate o tenute in ostaggio nelle zone controllate da gruppi armati, afferma il nono rapporto della missione Onu per i diritti umani in Ucraina diffusi a Ginevra. Il documento cita inoltre «rapporti credibili» che «indicano l'esistenza di un continuo flusso di armi pesanti e
sofisticate verso i gruppi armati nelle regioni di Donetsk e Luhansk, così come di combattenti stranieri, anche dalla Federazione russa. Questo, si legge, ha alimentato l'escalation del conflitto». Per l'Alto commissario Zeid, quindi, «è indispensabile che tutte le parti rispettino le disposizioni degli accordi di Minsk».
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