Ucraina, Olocausto dei proiettili: scoperte duemila fosse comuni, morì oltre un milione e mezzo di ebrei

Ucraina, Olocausto dei proiettili: scoperte duemila fosse comuni, morì oltre un milione e mezzo di ebrei
di Federica Macagnone
5 Minuti di Lettura
Martedì 25 Agosto 2015, 18:45 - Ultimo aggiornamento: 27 Agosto, 10:58
Un orrore senza fine, senza tempo. Verità rimaste nascoste sotto la coltre dell'omertà e della paura e che adesso, a settanta anni dalla fine della seconda guerra mondiale, vengono a galla: i racconti dell'Olocausto nazista in Ucraina stanno rivelando tutto il loro orrore grazie al pionieristico lavoro di un prete cattolico, Padre Patrick Desbois, che ha deciso di mettersi alla ricerca della verità su quelle esecuzioni raccapriccianti che sono state tenute al buio per troppo tempo.



Circa 2mila fosse comuni, dove sono state sepolti tra l'altro bambini e donne di religione ebraica, sono state localizzate ma si potrebbero scoprire fino a 6mila siti dove le persone sono state ammucchiate durante quello che è stato definito “l'Olocausto dei proiettili”: a differenza di quanto accaduto in Polonia e in Germania, dove le camere a gas sono state usate come mezzi di sterminio, in Ucraina molte delle vittime sono state uccise sotto il fuoco dei proiettili e sepolte in fosse comuni. In molti casi, agli ebrei fu ordinato di scavare buche e spogliarsi prima di essere uccisi. In tanti furono ammassati sotto i cadaveri, ancora vivi. Poi le fosse furono coperte di terra: secondo i testimoni, per giorni, il terreno dal quale sgorgava sangue, sembrava respirasse. Storie terribili, storie di morte.



Adesso la verità si fa strade tra il cumulo di silenzio che ha regnato per anni. «Fino all'avvento di Gorbaciov, sotto l'Urss non si è mai parlato dell'Olocausto degli ebrei, l'Olocausto fu ignorato in Unione Sovietica – ha dichiarato Alla Gerber, storica e scrittrice, presidente della Fondazione Holocaust di Mosca, la cui famiglia è stata sterminata dai nazisti - Gli ebrei ammazzati dai nazisti durante l'occupazione tedesca venivano citati come russi caduti durante la Guerra di liberazione. Solo ora comincia a prendere corpo un vero e proprio archivio della Shoah. Stalin prima tradì gli ebrei per dimostrare amicizia a Hitler, poi per nascondere le proprie responsabilità nei pogrom (cioè i massacri antisemiti). I comunisti, successivamente, hanno cancellato l'Olocausto per coprire le proprie stragi e per non ammettere la diffusa complicità popolare nella Shoah per mano dei collaborazionisti».



Padre Patrick Desbois, adesso, si è messo alla ricerca della verità per fare giustizia su quelle morti, seguendo i racconti del nonno, prigioniero di guerra tenuto in un campo di concentramento dai nazisti nel Ucraina durante la Seconda Guerra Mondiale: in poco tempo ha scoperto, tramite i racconti dei testimoni, che tante persone venivano uccise per divertimento, per rabbia, per noia, per ubriachezza o per violentare le ragazze.



Lo storico Mikhail Tyaglyy ha detto al MailOnline che il numero delle vittime ebraiche in Ucraina è tra 1 milione e 400mila e 1 milione e 600mila.



La ricerca di Desbois lo ha portato in quattro luoghi intorno a Rava Ruska, vicino al confine tra Ucraina e Polonia, dove 15.000 ebrei furono uccisi e dove suo nonno, Claudio Desbois, venne detenuto in in campo come prigioniero di guerra. Giorno dopo giorno, frequentando quei luoghi, scoprì che gli anziani che avevano assistito alla tragedia degli ebrei e che avevano taciuto per tutta la vita sotto il regime sovietico avevano bisogno di parlare, di liberarsi di quell'orrore stampato per sempre nei loro occhi e nelle loro menti.



Yaroslav è stato uno dei primi testimoni. Ha condotto il sacerdote in un sito poco fuori dalla città dove nel 1942 aveva assistito al massacro di un ragazzino ebreo di 13 anni. Dopo di lui tanti altri hanno seguito il suo esempio.

Yaroslav ha descritto come gli ebrei arrivavano a piedi ed erano costretti a spogliarsi prima di essere portati su un lato di una fossa comune di Rava Ruska e giustiziati con una velocità che era frutto di una meccanicità dei movimenti spaventosa: i loro corpi furono ammassati, i vestiti e gli oggetti di valore furono portati via.



«Abbiamo visto arresti, uccisioni, esecuzioni – ha raccontato Olha Havrylivna – Un giorno li abbiamo visto riempire una fossa di corpi. Mi ricordo che ore dopo la terra ancora si muoveva: alcuni erano vivi. Era difficile guardare, è stata una tragedia. Una grande tragedia».



«I nazisti uccidevano prima vecchi e bambini, lasciavano in vita solo le persone di età compresa tra i 18 e i 45 anni che potevano lavorare – ha raccontato Gregory Haven – Eravamo a tre chilometri di distanza, abbiamo sentito gli spari, le persone cadevano come mosche. Ho visto un giovane ebreo che portava i cadaveri in un carrello verso il cimitero ebraico. Era l'inverno del 1942, la terra era rossa per il sangue. Gli ebrei venivano spogliati, abbiamo visto i tedeschi che prendevano abiti, soldi, anelli, orologi d'oro. Le donne venivano denudate in strada e massacrate di botte in tumulti organizzati dai nazisti».



«Non potrò mai dimenticare quanto ho visto uccidere un bimbo di due anni – ha raccontato un testimone – un nazista lo ha scippato dalle braccia della madre e ha iniziato a sbattergli la testa al muro fino a ucciderlo. C'era sangue dappertutto, i genitori in lacrime non hanno potuto far nulla per salvarlo».



«Mio nonno non parlava mai – ha raccontato il sacerdote a caccia della verità - Diceva solo che fuori dal campo, dove era prigioniero, era anche peggio. Volevo capire perché, e ho scoperto che 18.000 ebrei sono stati fucilati nel villaggio di Rava Ruska. Gli ucraini anziani come Yaroslav, testimoni di questo orrore, hanno voluto mettere fine al loro voto di silenzio sulle cose terribili che hanno visto in gioventù. Le persone che erano presenti alle uccisioni hanno voluto parlare prima di morire: molti di loro sono stati “arruolati” per scavare le fosse comuni, per riempirle, per trainare carri di cavalli che trasportavano cadaveri, per vendere gli abiti. La gente deve capire che Rava Ruska è stato un enorme centro di sterminio: prima per gli ebrei, poi per i prigionieri politici, e quindi per la popolazione locale. Ogni persona qui è stata uccisa. Non possiamo dimenticarlo».



In 32.000 sono stati sepolti intorno a Rava Ruska e nelle città vicine come Bakhiv, dove per anni i contadini hanno scavato e hanno trovato fosse comuni e corpi umani. In tutto, un milione e mezzo di ebrei ucraini sono stati uccisi dalle truppe di Hitler.



«La sfida è raccogliere più prove possibili sullo sterminio degli ebrei in queste zone e scoprire le fosse comuni – ha continuato il sacerdote - Domani i testimoni scompariranno e i negazionisti sono già pronti a dire che gli ebrei hanno falsificato la storia. Io dico sempre che l'Olocausto non è stato uno tsunami. È stato un crimine. E quando c'è un delitto ci sono anche le prove ed è facile trovarle in questi villaggi. Se non si comprende l'importanza di quanto è successo c'è il rischio che la storia possa ripetersi».