Ucraina, scontri a Kiev. No del capo dell'opposizione all'offerta di Ianukovich di diventare premier

Ucraina, scontri a Kiev
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Sabato 25 Gennaio 2014, 07:50 - Ultimo aggiornamento: 26 Gennaio, 12:38

Ancora scontri e sangue in Ucraina. Oggi il presidente Victo Ianukovich ha proposto al capo dell'opposizione di guidare un nuovo governo. Ma la proposta è stata respinta, anche se le trattative con il capo di Stato per mettere fine alla crisi politica continuano.

«Ianukovich ha accettato molte delle nostre richieste - ha detto il leader del partito d'opposizione 'Udar', Vitali Klitschko - ma su altre continueremo a cercare un compromesso». Secondo il leader dell'opposizione, la piazza continuerà a insistere su due punti: l'abrogazione delle controverse leggi anti-protesta e le elezioni presidenziali anticipate. «Non faremo nessun passo indietro - ha proseguito Klitschko - manterremo le nostre posizioni a Maidan e nelle regioni. Le negoziazioni proseguiranno e non cederemo ad alcuna provocazione».

Intanto continuano gli scontri a Kiev. Un poliziotto di 27 anni è stato ucciso a colpi d'arma da fuoco in testa - secondo il ministero dell'Interno - mentre tornava in un dormitorio delle forze speciali "Berkut" dopo aver finito il suo turno di lavoro. È morto anche un manifestante, ferito nei violenti scontri di questi giorni. Alcuni poliziotti passano dalla parte dei manifestanti mentre dilaga ancora la protesta. Oggi il presidente ucraino Viktor Ianukovich incontra i tre principali leader dell'opposizione parlamentare in un vertice che punta a trovare un compromesso per la fine della grave crisi politica che sta investendo il Paese.

I manifestanti che si trovano in piazza Maidan al centro di Kiev e nei palazzi pubblici occupati verranno considerati dalla polizia come esponenti di «gruppi estremistici», ha detto intanto il ministro dell'Interno ucraino Vitali Zakharcenko, spiegando che due poliziotti sequestrati dall'opposizione e poi liberati sono stati «torturati».

​Ianukovich ieri ha aperto ai manifestanti, ma i risultati, almeno nelle piazze non si vedono affatto. Il ministero accusa poi gli insorti di aver «ferito e rapito» tre poliziotti a Kiev.

Secondo il ministero, uno dei tre è ricoverato dopo essere stato accoltellato, mentre degli altri due non si hanno notizie. La Resistenza del partito Patria «nega categoricamente»: è una «provocazione» del governo per far salire la tensione.

Morto un manifestante È morto in ospedale uno dei feriti nei violenti scontri tra polizia e manifestanti esplosi domenica a Kiev. Lo sostiene il partito ultranazionalista "Svoboda", precisando che l'uomo, Roman Senik, di 45 anni e originario della regione di Leopoli, era rimasto ferito il 22 gennaio.

«Per molti giorni - ha detto la leader regionale di "Svoboda", Irina Sekh, citata dall'agenzia Interfax - i medici hanno lottato per salvarlo, ma le ferite erano molto gravi. Aveva una seria lesione a un polmone, è stato sottoposto a diverse operazioni, e gli era stata amputata una mano».

Gli scontri Torna a trasformarsi in un campo di battaglia via Grushevski, la strada del centro di Kiev che porta ai palazzi del potere. Nella notte poliziotti e manifestanti antigovernativi sono tornati ad affrontarsi davanti allo stadio della Dinamo Kiev rompendo una fragile tregua che era iniziata la mattina del 23 gennaio. Non è servita, dunque, la timida apertura del presidente ucraino Viktor Ianukovich, che nel pomeriggio di ieri, dopo un incontro con il commissario Ue all'Allargamento Stefan Fule, ha annunciato che presto potrebbe esserci un rimpasto di governo e che saranno modificate le «liberticide» leggi anti-protesta che hanno suscitato le recenti violenze.

Gli scontri sono ripresi attorno a mezzanotte e mezzo (le 23.30 in Italia). I dimostranti hanno incendiato una barriera di pneumatici, creando una cortina di fuoco e fumo fra loro e i poliziotti, che usano un cannone ad acqua per cercare di spegnere le fiamme e - secondo alcuni manifestanti - sparano dei proiettili di gomma. Gli insorti in questi due giorni di tregua hanno innalzato almeno tre linee di barricate alte anche tre metri usando pietre divelte dal selciato e pneumatici, ma soprattutto sacchi bianchi pieni di neve ghiacciata, e non sembrano intenzionati a mollare.

Da dietro le barricate lanciano contro gli agenti molotov e fuochi d'artificio, colorati e festosi, ma sicuramente non innocui, mentre alcuni di loro incitano i compagni battendo ritmicamente sui pali della luce o su dei barili di petrolio vuoti con delle mazze. Uno dei dimostranti brandisce una motosega accesa come se fosse un'arma da usare contro il nemico, che però è lontano, oltre il nero del fumo che si innalza verso il cielo in una gelida notte d'inverno ucraina. Su due balconi di un palazzo vicino, troppo vicino, alle fiamme, sono esposti due striscioni bianchi con l'identica scritta a caratteri rossi: «Qui vive della gente».

La protesta antigovernativa è dilagata anche nell'Ucraina orientale, feudo elettorale del contestato presidente Viktor Ianukovich. I dimostranti hanno occupato il palazzo della Regione di Poltava (Ucraina centro-orientale). La polizia non ha opposto nessuna resistenza. I manifestanti hanno fatto irruzione nell'edificio, hanno infranto i vetri delle finestre al pian terreno e hanno creato un "Consiglio del popolo". Gli insorti controllano edifici di governo in undici città.

Occupato il ministero dell'Energia Almeno cinque piani dell'edificio che ospita il ministero dell'Energia, a Kiev, sono stati occupati dai manifestanti del gruppo civico "Spilna Sprava". Il palazzo si trova in viale Khreshatik 30, non lontano da piazza Maidan, cuore della protesta 'europeistà ormai fondamentalmente antigovernativa. I dimostranti del gruppo civico Spilna Sprava (Causa comune) hanno poi sgomberato il palazzo del ministero dell'Energia dopo l'intervento del capo del dicastero, Eduard Stavitski.

La chiamata alle armi L'ex ministro della Difesa Anatoli Gritsenko ha chiesto ai dimostranti antigovernativi che hanno armi regolarmente registrate di portarle con sè per difendere piazza Maidan, cuore della protesta a Kiev. «Dato che le autorità non proteggono le vite delle persone - ha detto Gritsenko - chiedo a coloro che detengono armi legalmente di venire a difendere Maidan e di pattugliare le strade del centro con le armi. Io - ha aggiunto - sarò il primo. Ho una pistola con me adesso».

Intervenendo al Forum di EuroMaidan a Kiev, l'ex ministro ha poi aggiunto che queste armi devono essere usate solo per difesa: «Questo non è un invito alla violenza, ma un invito alla pace», ha concluso. Gritsenko si è dimesso dal gruppo parlamentare del partito "Patria" di Iulia Timoshenko il 14 gennaio lamentandosi che non gli era possibile «influire sulle decisioni prese» dalla fazione politica.

L'appello di Letta «In Ucraina occorre che si fermi la violenza e riparta il dialogo. Quanto sta accadendo in queste ore a Kiev è inammissibile. Guardiamo con angoscia a questa crescita continua degli scontri e della repressione. L'Unione europea non può accettare un'evoluzione così drammatica degli eventi». Così il presidente del Consiglio, Enrico Letta.

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