Ucraina, reparti filonazisti accanto all'esercito, la denuncia del quotidiano “Usa Today”

Soldati del battaglione "Azov" giurano fedeltà all'Ukraina prima di essere inviati nelle province in guerra
di Luca Lippera
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Lunedì 16 Marzo 2015, 16:10 - Ultimo aggiornamento: 18 Marzo, 08:02

Alcuni reparti che combattono accanto all'esercito ucraino contro i filorussi si professano dichiaratamente neonazisti e promettono una «marcia su Kiev per cacciare il governo» alla fine della guerra contro i filorussi. La rivelazione, all'indomani dell'annuncio che l'Ucraina avrebbe raggiunto un accordo per acquistare armi da undici Paesi europei, arriva dal quotidiano americano “Usa Today” e getta una luce inquietante sul conflitto che si sta combattendo nel cosiddetto Donbass e sull'appoggio che il governo di Petro Poroshenko riceve in modo praticamente incondizionato dall'Occidente.

Sottoufficiali apertamente neonazisti sono stati scoperti e intervistati dal quotidiano “Usa Today” - fonte tanto più autorevole perché non ostile al nuovo corso di Kiev - tra i volontari del Battaglione Azov dislocati a Mariupol nel sud est del Paese.

Il reparto combatte a fianco dell'esercito regolare di Kiev contro le unità che vorrebbero la separazione della regione dall'Ucraina e l'annessione alla Russia sul modello Crimea.

Un sergente che ha detto di chiamarsi Alex ha premesso agli inviati del giornale di «non condividere l'agenda nazista sullo sterminio degli ebrei» ma aggiunto di auspicarsi «una leadership forte per l'Ucraina sul modello nazista». «Una volta terminata la guerra - ha aggiunto secondo quanto riportato dal quotidiano - io e gli altri del Battaglione Azov torneremo a Kiev per cacciare il governo corrotto e nazionalizzare le proprietà degli oligarchi».

La rivelazione del quotidiano statunitense rischia di costituire un forte motivo di imbarazzo per il governo ucraino. Petro Poroshenko, il presidente succeduto al filorusso Ianukovich, si accredita da mesi come l'uomo della svolta democratica a Kiev e ha fatto capire senza giri di parole di voler aderire all'alleanza militare della Nato (di cui fanno parte anche l'Italia, la Francia, La Germania e la Gran Bretagna) non appena possibile. Alcuni ufficiali del Battaglione Azov hanno negato ai giornalisti che l'unità - un'unità, va detto, di volontari - abbia una sua propria ideologia di fondo e hanno minimizzato le prese di posizione filonaziste di alcuni uomini definendole «una scelta personale che riguarda non più di un quinto degli uomini del reparto».

Un portavoce del Battaglione Azov, Andrey Dyachenko, ha detto di conoscere le idee dei neonazisti sentiti dal giornale ma ha negato che esista «una ideologia del reparto». Poi ha aggiunto che «solo il dieci, venti per cento degli uomini del reparto sono filonazisti». Un funzionario delle Forze Armate ucraine, negando anche lui l'esistenza di una tendenza politica nell'unità, ha tenuto a ripetere che «i combattenti del battaglione sono patrioti volontari che hanno deciso di sacrificare le loro vite per il Paese». Osservatori internazionali indipendenti seganalarono la fortissima presenza di elementi della destra più estrema e di nostalgici di Adolf Hitler nelle manifestazioni di piazza Maidan a Kiev che innescarono il cambio della guardia poi definito “filo-occidentale” ai vertici dell'Ucraina.

Il reportage del giornale statunitense non è certo un fulmine a ciel sereno. Già un anno fa alcuni giornalisti della Bbc a Kiev avevano documentato la forte presenza di elementi neonazisti tra le persone che avevano manifestato per il cambio della guardia ai vertici del governo ucraino. Il ruolo degli estremisti di “Pravi Sector” - Settore di Destra - è stato più volte descritto dalla stampa italiana e il leader del gruppo paramilitare ha sempre mostrato modi sbrigativi nei rapporti con la leadership seguita a quella del filorusso Ianukovich. Uno degli esponenti del movimento, intervistato dall'emittente britannica, fu chiaro ed esplicito. «I temi nazionalsocialisti - disse - sono molto popolari tra alcuni di noi. Ci piace l'idea di una Nazione. Una Nazione pulita. Non come sotto Hitler: un po' in quel modo, certo, ma a modo nostro». La “nuova” Ucraina è anche questo.

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