Ucciso in strada a 9 anni: risolto dopo un mese il giallo di Chicago

Antonio Smith Jr.
di Federica Macagnone
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Martedì 23 Settembre 2014, 00:13 - Ultimo aggiornamento: 24 Settembre, 09:33

Il piccolo ballerino che mangiava hamburger e regalava gioia a tutto il vicinato non danzer pi. Quattro adolescenti di una gang lo hanno freddato in mezzo a una strada e sono fuggiti sperando di farla franca. Non avevano fatto i conti con la polizia e, soprattutto, con un intero quartiere che si è mobilitato per scovarli. Adesso, a distanza di un mese, sono stati acciuffati. Lassù il piccolo ballerino può ricominciare a danzare.

Per gli amici Antonio Smith Jr., 9 anni, era “hamburger”. Lo avevano soprannominato così per la sua attitudine a mangiarne quanti poteva. Era un gran goloso e sua mamma Brandi Murry, 34 anni, lo sapeva. Per questo aveva preparato dei cupcake per i suoi figli: quella sera li avrebbero mangiati tutti intorno al tavolo della cucina. Ma Antonio non resisteva più. Voleva assaggiarne uno. Era a casa con la sorella di 12 anni mentre Brandi era al lavoro. Le regole erano chiare: senza il permesso di sua madre non avrebbe potuto toccarli. E così ha preso la cornetta del telefono in mano sperando di avere l'approvazione. La mamma però è stata categorica: avrebbe dovuto aspettare il suo ritorno.

Antonio, nervoso e indispettito, ha infilato le sue scarpe da ginnastica ed è uscito da casa urlando. La sorella, a piedi nudi, non è riuscita a stargli dietro e il bimbo ha iniziato ad aggirarsi per le strade del quartiere di Grand Crossing, a Chicago. Non sapeva che per quelle strade stava per consumarsi una guerra tra gang di cui lui sarebbe stata l'unica vittima.

Si trovava a due isolati da casa, proprio sulla linea di demarcazione tra due “territori”, quando è stato raggiunto da una raffica di proiettili al petto e alla mano. È rimasto a terra sul freddo cemento mentre gli abitanti delle case vicine accorrevano per vedere cosa fosse successo.

A nulla è valsa la corsa in ospedale: Antonio era già morto. La sparatoria è avvenuta lo scorso 20 agosto e da allora tutta la comunità si era raccolta per cercare di individuare il colpevole dell'omicidio. La chiesa era riuscita a raccogliere 13mila dollari per chiunque avesse portato all'assassino. «Parliamoci chiaro, è una taglia» aveva detto il reverendo Michael Pfleger della Chiesa di Santa Sabrina.

Per un mese la morte di Antonio è rimasta senza una spiegazione. Non c'era nessuna motivazione che potesse dare un senso a un omicidio così brutale. Ora, dopo un mese di indagini la polizia è arrivata agli artefici della sparatoria. Jabari Williams, 22 anni, Michael D. Baker, Parigi Denard e Derrick Allmon, tutti e tre 19enni, hanno premuto il grilletto contro il bambino: pensavano stesse cercando di mettere in guardia la gang rivale che loro erano arrivati in zona.

I quattro infatti erano alla ricerca di alcuni membri del clan contrapposto ma sulla loro strada hanno trovato solo Antonio, freddato per un drammatico errore di valutazione. Il bambino, prima di essere colpito, continuava a urlare per la rabbia per non aver potuto mangiare il suo cupcake e i quattro hanno pensato che fosse un modo per avvertire i nemici. Uno dei suoi assassini, il 19enne Derrick Allman, era appena uscito dal carcere dopo aver scontato due anni dei tre e mezzo di reclusione che gli erano stati inflitti per possesso illegale di armi. «Non avrebbe dovuto nemmeno esserci» ha dichiarato il capo della polizia. I quattro sono stati arrestati e detenuti senza cauzione.

Un capriccio e una guerra tra gang hanno strappato Antonio alla mamma, alla sorella e al fratello di 13 anni. Il piccolo, che frequentava la terza elementare, era per tutti l'anima delle feste. Scherzava, giocava ed era sempre energico. Amava esibire i suoi passi di hip hop davanti al vicinato e dopo addentava l'ennesimo hamburger. Antonio è la più giovane vittima di quest'anno di una guerra tra gang che insanguina ogni giorno le strade di Chicago.