Turchia, Erdogan blocca Twitter. Rischia anche YouTube: Google si rifiuta di oscurare i video dello scandalo

Turchia, Erdogan blocca Twitter. Rischia anche YouTube: Google si rifiuta di oscurare i video dello scandalo
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Venerdì 21 Marzo 2014, 12:02 - Ultimo aggiornamento: 22 Marzo, 17:19
La Turchia si svegliata questa mattina senza Twitter. Dando immediato seguito alle minacce del premier islamico Recep Tayyip Erdogan, invischiato negli scandali di corruzione da telefonate compromettenti intercettate uscite nelle ultime settimane proprio sul social network, i cinguettii sono stati bloccati durante la notte in tutto il paese.



«Sradicheremo twitter. Non mi interessa quello che potrà dire la comunità internazionale», aveva gridato ieri a un comizio a Bursa il sultano di Ankara, al potere da 12 anni. «Vedranno cosi la forza della Turchia», aveva aggiunto.



Ma la mossa non è piaciuta al presidente turco Abdullah Gul, che ha espresso pubblicamente il proprio dissenso con il blocco di Twitter. «Una chiusura totale delle reti sociali non può essere approvata», ha affermato proprio su Twitter. «Spero che questa situazione - ha aggiunto - non duri a lungo».



Nella notte l'autorità delle telecomunicazioni turca Btk, cui una legge sul controllo di internet del mese scorso - definita "legge bavaglio" dall'opposizione - hadato poteri straordinari, ha bloccato l'accesso a twitter. Un fatto senza precedenti nel paese. Secondo Hurriyet online la Btk ha indicato di essersi ispirata a tre sentenze giudiziarie e a una decisione del procuratore generale di Istanbul.



Dopo l'esplosione della tangentopoli del Bosforo che coinvolge decine di personalità del regime, Erdogan ha rimosso migliaia di poliziotti e centinaia di magistrati, fra cui i responsabili delle inchieste sulla corruzione. Secondo il leader dell'opposizione Kemal Kilicdaroglu, che denuncia una svolta autoritaria e chiede le dimissioni immediate del premier, Erdogan è «pronto a tutto» per restare al potere e insabbiare le inchieste anti-corruzione, che ha definito un «tentativo di colpo di stato» orchestrato dagli ex-alleati della confraternita islamica di Fetullah Gulen.



Lo scandalo corruzione domina la campagna per le cruciali elezioni amministrative del 30 marzo che potrebbero essere decisive per il futuro politico di Erdogan. Il mese scorso il premier aveva già minacciato di bloccare Facebook e Youtube.



Già questa notte la commissaria europea per le nuove tecnologie Neelie Kroes ha condannato il blocco. «L'interdizione di Twitter in Turchia è senza fondamento, inutile e vile - ha scritto. Il popolo turco e la comunità internazionale vedranno questo come una censura. Cosa che è davvero».



«In una democrazia spetta ai cittadini decidere come comunicare non allo Stato», ha scritto su Twitter il portavoce di Angela Merkel Steffen Seibert.



Anche il dipartimento stato Usa ha espresso «preoccupazione», riferisce la stampa di Ankara. «Siamo molto preoccupati da ogni ipotesi di chiusura delle reti sociali», ha indicato in una nota consegnata ai corrispondenti turchi la portavoce Jen Psaki. «Le democrazie - ha aggiunto - sono rafforzate dalla diversità delle voci che si esprimono in pubblico».



Il vicepremier turco Bulent Arinc ha aggirato oggi il blocco pubblicando il proprio programma di lavoro della giornata, riferisce la stampa di Ankara. Diverse tecniche per aggirare il divieto sono state già messe a punto nel paese, rileva Hurriyet online. Non è chiaro tuttavia, precisa il giornale, se il gesto del vicepremier sia o meno una critica implicita al blocco di Twitter deciso da Erdogan. Arinc, considerato un volto moderato nel governo islamico turco, ha già avuto divergenze con il capo del governo in particolare al momento delle rivolte di Gezi Park, quando aveva tentato di aprire un dialogo con i manifestanti nonostante l'intransigenza del premier.



Il cofondatore di Twitter, Jack Dorsey, intanto ha pubblicato un tweet con le istruzioni per aggirare il blocco tramite gli operatori di telefonia mobile. In particolare, lo stratagemma consigliato da Dorsey consente di postare dei tweet usando il servizio di sms. «Gli utenti di Avea e Vodafone scrivano START al 2444 - si legge nel tweet di Dorsey -. Per Turkcell si scriva START al 2555».



Il "no" di Google Google ha però respinto la richiesta del governo turco di rimuovere da YouTube i video sulla presunta corruzione del governo. Lo riporta il Wall Street Journal, sottolineando che il rifiuto di Google potrebbe tradursi nella decisione di Ankara di bloccare l'accesso a YouTube, dopo che è stato bloccato quello a Twitter.