Turchia, Erdogan favorito alle presidenziali, le donne in trincea

Turchia, Erdogan favorito alle presidenziali, le donne in trincea
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Sabato 9 Agosto 2014, 19:19 - Ultimo aggiornamento: 10 Agosto, 13:41
​Si annunciano tempi duri per le donne di quella quasi met di Turchia ancora laica ed europea davanti all'annunciata vittoria del premier islamico Recep Tayyip Erdogan alle presidenziali di domani. Il timore diffuso che affiora sulle reti sociali è di un 'Erdoganistan', di una ulteriore e accelerata islamizzazione rampante del paese che riduca la tolleranza verso modelli femminili non islamici. Fino all'arrivo al potere di Erdogan, 12 anni fa, minigonne e scollature facevano parte del paesaggio quotidiano delle città turche. Ora sono molto più rare. Alla vigilia di una elezione che potrebbe cambiare il volto del paese, il vicepremier Bulent Arinc, indicato come un possibile futuro premier, ha sollevato un vespaio fra le femministe affermando in nome dei «valori morali» che la donna non deve ridere in pubblico e «deve restare decente in ogni momento».



La Turchia "europea" gli ha replicato con la campagna di risate al femminile #direnkakhaha (#resistereridendo). Arinc ha insistito che non è bene che una donna vada in vacanza senza il marito o si lasci tentare dalla 'pole dancè. «È un messaggio non ambiguo su come il governo continuerà a premere sul comportamento delle donne, sulle loro decisioni e perfino sui loro corpi», è il commento preoccupato di Deniz Bayram, del collettivo femminista di Istanbul. Erdogan si è già scagliato contro l'aborto («è come un omicidio») e il parto cesareo, che impedirebbe alle donne di avere - come lui esorta - almeno tre figli. «Il primo ministro deve smettere di comportarsi come se fosse il guardiano della vagina delle donne turche», gli ha replicato la deputata di opposizione Aylin Nazliaka. Negli ultimi anni il premier ha tolto il divieto di indossare il velo per funzionarie e deputate, imposto in nome della laicità dello stato dal padre della Turchia moderna Mustafa Kemal Ataturk. Sua moglie e le sue due figlie sono sempre velate e coperte fino alle caviglie.



La stampa ha più volte riferito che le vetrine dei negozi di lingerie, con mutandine, reggiseni, calze e merletti, sono state oscurate nei centri commerciali prima di visite del capo del governo. Erdogan si è scagliato anche contro le residenze universitarie che ospitano sotto lo stesso tetto dormitori di ragazze e ragazzi, o peggio ancora, gli 'appartamenti mistì. Governatori zelanti hanno subito ordinato controlli.



La pressione psicologica cresce in strada. Sono stati registrati episodi di ragazze senza velo, o vestite con minigonne o pantaloncini, aggredite verbalmente negli autobus. A Istanbul attivisti islamici con bombole di vernice nera censurano sui manifesti per i costumi da bagno le gambe nude delle modelle. Uno zelo che invece non scatta quando si tratta di combattere la piaga delle 'spose baby' - «una vergogna senza fine in Turchia» ha scritto il quotidiano Vatan - o della violenza contro le donne. Secondo un rapporto Onu il 39% delle donne turche ha subito violenze e i reati di natura sessuale sono aumentati nel Paese del 400% negli ultimi 10 anni.
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