Tunisia al voto per eleggere il presidente per il dopo Ben Alì, 11mila seggi aperti

Tunisia al voto per eleggere il presidente per il dopo Ben Alì, 11mila seggi aperti
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Domenica 23 Novembre 2014, 09:48 - Ultimo aggiornamento: 24 Novembre, 08:59
Aperti dalle 8 alle 18 in Tunisia gli oltre 11.000 seggi elettorali per eleggere a suffragio diretto il primo Presidente della Repubblica del post Ben Alì. Imponente l'apparato di sicurezza messo in campo dalle autorità perchè le operazioni di voto possano svolgersi in modo regolare.



Oltre 80 mila uomini tra agenti dell'esercito e forze dell'ordine sono chiamati a vigilare sulla sicurezza dei seggi. 27 mila gli osservatori, internazionali e nazionali, e oltre 1000 i giornalisti accreditati per seguire l'evento. L'Isie (Istanza superiore indipendente per le elezioni) ha annunciato che i risultati ufficiali verranno annunciati entro 48 ore dalla chiusura dei seggi.



L'importanza della votazione è dovuta al fatto che essa deciderà finalmente i futuri assetti politici di un paese travagliato da crisi economica e spettro del terrorismo islamico, visto che con un parlamento diviso in due blocchi tra il partito laico-secolare Nidaa Tounes (86 seggi su 217) e l'islamico Ennahdha (69 seggi), sarà con ogni probabilità necessario ricorrere ad alleanze o «grandi alleanze» tra i due partiti maggiori per poter governare la Tunisia.
Sono 22 i candidati rimasti in corsa, il favorito è l'anziano leader di Nidaa Tounes, partito laico vincitore dell'ultima tornata elettorale, Beji Caid Essebsi, 87 anni, tallonato dall'attuale Presidente della Repubblica «provvisorio» Moncef Marzouki. Ci sono poi outsider che hanno qualche minima chance di andare al ballottaggio, come il ricco uomo d'affari Slim Rihahi, («il Berlusconi tunisino») dell'Upl (Unione patriottica libera), il leader della sinistra Hamma Hammami, o l'unica candidata donna, indipendente, Khaltoum Kannou, o ancora l'imprenditore Mohamed Frika, candidato di Ennhadha alle politiche ma non appoggiato dal partito in base alla decisione di quest'ultimo di non sostenere alcun candidato alla Presidenza, in assenza di un candidato cosiddetto 'consensuale' che godesse di un sostegno trasversale. Se nessuno dei candidati dovesse raggiungere la metà delle preferenze degli elettori più uno, si andrà al ballottaggio, probabilmente il 28 dicembre prossimo.
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