Tunisia, sette arresti e due mandati di cattura per la strage di Sousse

Tunisia, sette arresti e due mandati di cattura per la strage di Sousse
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Martedì 30 Giugno 2015, 14:21 - Ultimo aggiornamento: 1 Luglio, 17:01

Dopo i primi sette arresti di persone legate a una cellula terroristica legate a Seifeddine Rezgui, l'autore della strage nel resort di Sousse dove sono morte 38 persone, il ministero dell'Interno tunisino ha diffuso le foto di due presunti «pericolosi terroristi» islamici da ricercare. Si tratta di Mohammed Ben Abdullah bin Muhsen Al Sharadi, studente di 24 anni di una città del nord del Paese, e Rafiq Ben Mohammed Najib Ben Ali Al Tayari, di 28 anni, di Tunisi. Le autorità hanno chiesto a tutti gli agenti sul territorio nazionale di fermare immediatamente e perquisire i due ricercati e alla popolazione di fornire ogni informazione utile alle forze dell'ordine per la loro cattura.

Tra i sette arrestati, già interrogati dalla polizia, due sono stati bloccati a Sousse, uno a Tunisi e un altro a Kasserine.

ATTENTATORE DROGATO

L'attentatore Seifeddine Rezgui avrebbe agito sotto l'effetto del Captagon. È quanto ha affermato il quotidiano tunisino in lingua francese 'Le Temps', che spiega come questo stupefacente generi in chi lo assume uno stato di onnipotenza e di grande calma allo stesso tempo, con un effetto che dura fino a 48 ore.

Stando al giornale, questa droga sarebbe molto diffusa e utilizzata in Libia e in Siria. Il quotidiano locale 'Echorouk' ha invece riferito, citando una fonte di sicurezza, che Rezgui si era infiltrato in Libia 6 mesi fa assieme a un gruppo di giovani estremisti. Dopo aver fatto perdere le tracce in quel Paese per un certo tempo, è rientrato successivamente a Tunisi. Qui il giovane ha annunciato il suo sostegno allo Stato islamico sui social network e proprio attraverso questi è stato avvicinato da elementi dell'Is, che lo hanno messo in contatto con una cellula dormiente attiva nella capitale tunisina.

L'ADDESTRAMENTO

Il killer si è addestrato in Libia insieme con uno degli attentatori del museo del Bardo. Lo riferiscono le autorità tunisine. Secondo funzionari della sicurezza tunisina. Seifeddine Rezgui è entrato in Libia a gennaio e ha effettuato un periodo di addestramento nei pressi di Sabrata, nell'ovest del Paese, dove si trovavano anche i due terroristi che lo scorso marzo attaccarono il museo del Bardo di Tunisi uccidendo 22 persone.

IL PRESIDENTE

«Nessuno Stato è ora al sicuro da un attacco terroristico». Lo ha dichiarato il presidente tunisino Beji Caid Essebsi su Europe 1 dal giornalista francese Jean-Pierre Elkabbach. Essebsi ha ammesso «È vero che siamo stati sorpresi da questa vicenda, erano state adottate misure di sicurezza per il mese di Ramadan, ma mai avremmo pensato che un atto del genere potesse essere compiuto su una spiaggia affollata di turisti, ed il sistema di protezione sarebbe dovuto cominciare a partire dal primo luglio».

Il deficit di sicurezza, il giorno dell'attentato, è stato al centro della discussione tra Caid Essebsi e Elkabach ed il presidente tunisino ha detto che sarà aperta un'indagine per chiarire i fatti e verrà punire chi ha fallito nel garantire la sicurezza. Elkabach, citando il quotidiano britannico Daily Mail, che ha parlato di un trascorso in Libia dell'autore dell'attacco di Sousse, Seifeddine Rezgui, ha sottolineato a Essebsi il fatto che molti giovani disoccupati tunisini si recano in Libia, Iraq e Siria, per arruolarsi in cambio di denaro nelle file dell'Isis. Essebsi ha risposto che questi giovani disoccupati, poveri, sono vittime di queste macchinazioni dello Stato islamico e che comunque la Tunisia non ha la possibilità di dare 2000 euro a ciascun disoccupato. Il nostro nemico per ora è il terrorismo, il terrorismo è l'Isis e, ovviamente, tutto questa ideologia del Califfato. Siamo musulmani, non islamisti. Ho già vietato di sventolare la bandiera nera, qui in Tunisia c'è è solo una bandiera, quella rossa e bianca.

SCOTLAND YARD

Sono circa 600 gli uomini mobilitati da Scotland Yard per seguire il caso della strage al resort di Sousse, nella quale il Regno Unito è il Paese che conta la maggior parte delle vittime. Il compito degli investigatori, di cui almeno sedici dislocati da venerdì scorso in Tunisia, è quello di raccogliere tutte le testimonianze possibili di sopravvissuti e turisti che si trovavano sul luogo della tragedia al momento dei fatti per poi confrontarle con le risultanze ufficiali delle autorità tunisine. Si tratta della più grande indagine britannica di terrorismo dai tempi degli attentati di Londra nel 2005.

TURISMO

Il ministro del Turismo tunisino Selma Elloumi Rekik, ha annunciato una serie di provvedimenti eccezionali a favore del settore turistico del Paese per poter consentire agli operatori di superare la crisi causata dall'attentato a Sousse di venerdì scorso. Tra esse si annoverano: l'annullamento dell'obbligo del bollo sul passaporto di 15 euro imposto agli stranieri in uscita dal paese; la riduzione dell'IVA dal 12% all'8% per il settore turistico; il rinvio del rimborso dei prestiti per gli anni 2015 e 2016; l'ottenimento di nuovi prestiti rimborsabili su 7 anni di cui due anni di grazia presi in carico dallo Stato; il ripianamento dei debiti fiscali degli operatori turistici; convenzioni speciali con le società pubbliche di elettricità, acqua e gas; la riduzione del 30% sulle tariffe di viaggi aerei e marittimi per i tunisini residenti all'estero; la presa a carico degli oneri previdenziali da parte dello Stato per quanto riguarda i dipendenti degli operatori turistici; cassa integrazione per i dipendenti in disoccupazione involontaria a causa della chiusura degli hotel presso i quali lavoravano.

Il ministro tunisino dell'Interno, Mohamed Najem Gharsalli, ha detto: «Abbiamo iniziato con l'arresto di un primo gruppo, un numero significativo di persone, della rete che era dietro a questo terrorista criminale». «Scoveremo tutte le persone coinvolte», ha aggiunto.

Il ministero tunisino della Salute ha annunciato nel frattempo che sono state identificate 20 delle 38 vittime dell'attacco di venerdì scorso. Secondo un comunicato riportato dall'agenzia di stampa ufficiale tunisina Tap, tra le 20 vittime identificate ci sono 16 cittadini britannici, un belga, un tedesco, un irlandese e un portoghese. Il ministero precisa inoltre che 30 dei 39 feriti sono stati dimessi dagli ospedali dove erano stati trasferiti dopo l'attacco. Tra i feriti ci sono sette tunisini.

L'Algeria ha dispiegato intanto da domenica 25.000 uomini sulla frontiera con la Tunisia. Lo rivelano fonti di stampa algerine che parlano di misure rafforzate per impedire l'infiltrazione di terroristi sui 965 km che dividono i due Paesi nordafricani.