Il mistero del giovane giapponese con 16 figli
Il Dna dimostra: sono suoi. Lui : li rivoglio

Il mistero del giovane giapponese con 16 figli Il Dna dimostra: sono suoi. Lui : li rivoglio
di Mauro Evangelisti
4 Minuti di Lettura
Giovedì 28 Agosto 2014, 17:09 - Ultimo aggiornamento: 31 Agosto, 00:15
La strana storia del ventiquattrenne che ha 16 figli e progettava di farne nascere molti altri, almeno dieci all’anno; addirittura voleva conservare il suo seme per quando sarebbe stato pi vecchio, per ritrovarsi con centinaia di discendenti. Sembra la trama di un film di fantascienza, il cuore di un’indagine dell’Interpol, che mette al centro per anche un reato molto grave come il traffico di essere umani. Con il ventiquattrenne, un giapponese, che per replica dicendo: voglio riavere tutti i miei figli. Tutto comincia a Bangkok due settimane fa quando, grazie a una soffiata, la polizia fa irruzione nell’appartamento di un condominio e trova nove neonati, figli di nove madri surrogate differenti. Madri surrogate significa donne che accettano di affrontare una gravidanza per conto di altri (in Thailandia, secondo alcune testimonianze, vengono pagate da coppie straniere fino a 9.000 euro e nell’Isaan, al nord, vi è un intero paese la cui economica di fatto si basa su questo tipo di attività).

Mitsutoki Shigeta, 24 anni, giapponese, l’uomo sospettato di essere l’artefice di questa fabbrica di bambini però è scappato prima dell’arrivo della polizia, ha preso un aereo per Macao. Il suo avvocato sostiene che non c’è nulla di strano, che sono tutti figli del ragazzo giapponese e che visto che la pratica dell’utero in affitto non è illegale, il giovane non ha commesso alcun reato. Ma dalle indagini emerge che Mistutoki Shigeta negli ultimi due anni è già entrato e uscito dalla Thailandia una sessantina di volte, in molti casi diretto in Cambogia, in diverse occasioni portando via da Bangkok un neonato. Il timore degli investigatori è che la storia del desiderio di avere molti figli sia solo una balla, che il giovane vendesse i neonati. Però Mistutoki, che pure non torna in Thailandia, si dice disponibile a fare il test del Dna. Ed emerge un risultato sorprendente: i bimbi sono effettivamente figli suoi e in totale - compresi i nove ritrovati nell’appartamento - sono quindici. Emergono altri particolari che davvero sembrano piazzati là da uno sceneggiatore a cui piace avvicinarsi ai confini dell’assurdo: Shigeta è figlio di un miliardario giapponese e dunque ha grandi disponibilità economiche; Shigeta ha investito molto denaro in una applicazione per smartphone che monitora i movimenti dei bambini per consentire ai genitori di controllare a distanza i propri figli; Shigeta, inoltre, secondo il suo avvocato, intervistato da una televisione thailandese, aveva aperto dei conti correnti e fatto degli investimenti a favore di ciascun neonato. Una delle cliniche che ha seguito le procedure di inseminazione delle madri surrogate, che ha sedi in diversi paesi del mondo oltre che in Thailandia, offre poi altri elementi che appaiono incredibili: «Ogni volta che una madre surrogata restava incinta, Shigeta ne chiedeva altre. Aveva spiegato che intendeva proseguire avendo tra i 10 e i 15 figli all’anno fino alla sua morte; e aveva anche chiesto di congelare il suo sperma per il futuro». Perché lo faceva? Qui le testimonianze procedono dritte oltre i confini dell’assurdo: il giovane aveva detto che in futuro voleva vincere le elezioni e dunque gli serviva una grande famiglia; ancora, aveva spiegato che la cosa migliore che poteva fare per il mondo era lasciare molti figli. Tutto decisamente strano. Inizialmente, invece, l’avvocato del giovane aveva giurato che Shigeta «vuole molti figli che possano aiutarlo in futuro nella gestione delle sue imprese».

L’Interpol ha avviato un’inchiesta internazionale, valutando due tipi di ipotesi di reato: il traffico di essere umani o lo sfruttamento di bambini. Il direttore della sede thailandese, il generale Apichart Suribunya ha spiegato che si tratta della storia più incredibile con cui abbia mai avuto a che fare. Intanto, i nove neonati ritrovati nell’appartamento alla periferia di Bangkok sono stati affidati ai servizi sociali. Chissà cosa penseranno del loro padre quando cresceranno. Una ragazza thailandese di 21 anni che ha collaborato con Shigeta nel suo progetto, ha spiegato al Bangkok Post: «E’ una persona molto normale». La polizia thailandese sta valutando se andare a interrogare Shigeta in Giappone.

La storia di Shigeta è una sorta di spin off di un’altra vicenda, sempre avvenuta a Bangkok, che ha sollevato il tema dell’abuso in Thailandia delle madri surrogate: una coppia australiana rifiutò uno dei due gemelli partoriti per loro da una ragazza thailandese perché è down. Così ha portato in Australia la sorellina sana e lasciato alla madre surrogata Gammy, il piccolo down che ha anche una malformazione al cuore e necessità di cure molto costose. Per aiutarlo e raccogliere denaro c’è stata una mobilitazione su internet, in Thailandia e nel resto del mondo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA