Svezia, la sinistra “vince” le elezioni
ma non c'è maggioranza di governo

Stoccolma
di Luca Lippera
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Domenica 14 Settembre 2014, 09:52 - Ultimo aggiornamento: 15 Settembre, 20:49
La sinistra in Svezia vince le elezioni dopo otto anni di centrodestra ma non avr una maggioranza in parlamento per formare il governo. Lo schieramento costruito attorno al Partito Socialdemocratico ha ottenuto alle elezioni di ieri il 43,7% dei voti, ma l'ultradestra rappresentata dai Democratici Svedesi, sfondando il muro del 13% - pi del doppio rispetto alla precedente consultazione - potrebbero rivelarsi il vero ago della bilancia nella ex culla dell'emancipazione scandinava. Il Partito Moderato dell'attuale primo ministro, in carica dal 2006, ottiene il 39,3% e non escluso che alla fine il premier, uscito sconfito nelle urne, non rientri in qualche modo dalla finestra per consentire la formazione di un esecutivo di grande coalizione.


Stefan Lofven, leader del Partito Socialdemocratico, ha detto questa mattina che non ci sarà alcun patto con l'ultradestra. Una dichiarazione attesa che tuttavia complica lo scenario. La situazione in parlamento è quella che è: i seggi in tutto sono 349 e la sinistra ne ha conquistati solo 159. Niente maggioranza e niente governo senza l'appoggio di qualcuno.



I candidati di Lofven, eredi ideali delle battaglie egalitarie di Olof Palme, il primo ministro assassinato nel 1986, hanno ottenuto probabilmente meno di quanto si aspettavano alla viglia. Il risultato li fotografa al 31,1%, mentre il resto dei voti della coalizione - che incassa complessivamente il 45 % - derivano dall'apporto dei verdi e degli ex comunisti. La futura opposizione in parlamento avrà con tutta probabilità più seggi dei “vincitori”: sono quelli del Partito Moderato, il centrodestra, e quelli dei populisti guidati dal giovane Jimmie Akesson che ha costruito il successo sui problemi, sulle paure e sul caos legati all'immigrazione di massa. I numeri dicono che un governo sarà possibile solo con un abbraccio politicamente imbarazzante tra il Partito Socialdemocratico e i populisti oppure con una grande coalizione in cui avrebbe un ruolo decisivo il premier uscito sconfitto dalle urne. Il peggiore scenario possibile.



Il Democratici Svedesi, il partito di destra di cui fanno parte alcuni personaggi sospettati di simpatie neonaziste, vengono considerati i veri vincitori della giornata. Il 13% è un risultato che ha dell'incredibile. L'immigrazione di massa ha messo le ali al movimento guidato da Jimmie Akesson, 35 anni, che ha bombardato l'elettorato con un ragionamento tanto chiaro quanto “feroce”. «Il nostro stato assistenziale - ripete Akesson da mesi con la faccia da bravo ragazzo - è al collasso a causa del continuo afflusso di rifugiati. Tutto questo ci costa un sacco di soldi e non possiamo più sopportarlo. Dobbiamo mettere un freno all'ingresso degli immigrati oppure dirci chiaramente che non possiamo più permetterci le nostre conquiste». Il raddoppio dei voti in quattro anni - i populisti ebbero il 5,7% alle elezioni del 2010 - dimostra che molti svedesi si sono ritrovati in certe parole.



Il partito di Akesson ha legami con la destra di Marie Le Pen in Francia e con gli indipendentisti inglesi dell'Ukip. Gli slogan sono simili: basta con l'Europa, basta con l'immigrazione, basta con la rinuncia di sovranità a favore dei burocrati di Bruxelles. L'avanzata è tanto più significativa perché la Svezia, dieci milioni di abitanti, è lontana anni luce dalle angosce economiche di casa nostra. Le cose a Stoccolma, se il metro di giudizio fosse l'Italia, vanno a gonfie vele. Il governo di centrodestra, secondo molti osservatori, ha non ha contrastato abbastanza una «pericolosissima bolla immobiliare». Ma nell'ultimo decennio il Pil del Paese - rimasto strenuamente fuori dall'Euro - è cresciuto del 12%, il reddito dei singoli del 20% e il debito pubblico non è il mostro che divora le nostre casse pubbliche.



Però gli svedesi, forti del loro benessere, possono permettersi di guardare per il sottile e facendolo hanno deciso che l'esperienza di governo del centrodestra doveva essere archiviata. Stefan Lofven, 56 anni, il leader socialdemocratico, ex sindacalista nel settore metallurgico, è alla prima esperienza in parlamento. Non sarà semplice gestire, senza una chiara maggioranza, un Paese che allo stesso tempo vuole sentirsi ultra avanzato - anche sotto il profilo dell'uguaglianza e dell'accoglienza - senza perdere quello che ha.






















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