La statua di un eroe russo della II guerra mondiale finisce in un bagno pubblico in Ucraina

La statua di un eroe russo della II guerra mondiale finisce in un bagno pubblico in Ucraina
di Giulia Aubry
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Lunedì 10 Novembre 2014, 19:55 - Ultimo aggiornamento: 11 Novembre, 13:14

Nell'Antico Egitto le statue dei faraoni, elevati al rango di divinità, venivano spesso distrutte dai loro successori al trono. Le statue di Caligola e Domiziano vennero distrutte dal popolo romano e la statua dorata di Giorgio III di Inghilterra venne rasa al suolo, e poi fusa, dai Figli della Libertà durante la guerra di indipendenza americana.

La statua di Napoleone Bonaparte a Place Vendome venne distrutta per ben due volte.

Nell'Unione Sovietica i monumenti raffiguranti gli zar vennero abbattuti, e stessa sorte toccò, qualche anno più tardi, a molte statue di Lenin e Stalin dopo il 1989.

I talebani nel 2001 distrussero i meravigliosi Buddha giganti di Bamiyan, e tutti ancora ricordiamo le immagini del gigantesco Saddam Hussein di Piazza Firdos a Baghdad gettato a terra nel 2003.

La distruzione di statue e monumenti rappresentanti uomini di potere, simboli del passato, imperatori e dittatori non è certo una novità. Ma se pensavate di non dovervi più stupire di questo genere di cose è perché non avete mai trovato il busto di un eroe della Seconda Guerra Mondiale accanto all'orinatoio, in un bagno pubblico della vostra città.

È quanto sembra essere successo a Odessa, città e famoso porto dell'Ucraina meridionale, dove qualche giorno fa era stata rimossa, dal luogo dove l'avevano collocata appena pochi anni fa, la statua del generale Georgy Zhukov, eroe della liberazione del paese dall'esercito nazista. Secondo alcuni media russi il busto sarebbe stato rubato da un gruppo di attivisti ucraini dell'Euromaidan che lo avrebbero portato in un luogo segreto.

Qualche ora dopo che la notizia era stata diffusa però alcune foto della statua, depositata sul pavimento di un bagno pubblico, hanno cominciato a circolare rapidamente su VK, l'equivalente russo di Facebook, con la scritta "il luogo più appropriato per il maresciallo della vittoria".

L'immagine potrebbe essere un fotomontaggio, un po' di cattivo gusto, ma ha già scatenato una vera e propria guerra verbale sui social tra ucraini e russi che si accusano reciprocamente di ogni sorta di vilipendio con epiteti quali "nazisti", "traditori", "fascisti" e così via.

In realtà gli ucraini non sono nuovi a forme di protesta di questo tipo. Questa estate, ad esempio, avevano vestito alcune statue di Lenin, nelle città di Nikopol e Zaporizhia, con abiti della tradizione ucraina e ne avevano ridipinto pantaloni e giacche con i colori giallo e celeste della bandiera nazionale.

Quando due paesi si separano e si scontrano, la battaglia sulla storia e sui simboli è sempre molto forte. Gli antichi romani la chiamavano damnatio memoriae (la dannazione della memoria), a voler ribadire la volontà di condanna e di cancellazione anche del passato, e alcuni neuroscienziati ne hanno dato anche una spiegazione psichiatrica.

Ma anche negli studi più approfonditi ben pochi avrebbero previsto un Lenin in abiti ucraini o uno Zukhov in un bagno pubblico.