Giallo sulla decapitazione della soldatessa curda Rehana, simbolo della resistenza anti-Isis a Kobane

La soldatessa curda Rehana
di Emanuela Fontana
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Mercoledì 29 Ottobre 2014, 11:49 - Ultimo aggiornamento: 30 Ottobre, 14:31

Rehana sorride e mostra l’indice e il dito medio in segno di vittoria. Questa foto ha fatto il giro del web ed è stata condivisa migliaia di volte su Twitter. Nome di battaglia Rehana, 28 anni, soldatessa curda, simbolo della resistenza contro l’Isis a Kobane, una delle centinaia di donne che in queste settimane si stanno battendo contro gli integralisti con una preparazione e una determinazione da uomini. Nell’esercito curdo ormai un soldato su tre a Kobane è donna.

Rehana è diventata quasi una leggenda.

Di lei, viso giovanissimo, più da adolescente che da donna quasi trentenne, carnagione chiara e capelli biondo scuri, si dice che abbia ucciso un centinaio di integralisti. Da qualche giorno l’alone di mistero che circonda l’eroina curda al fronte si è infittito. L’Isis ha divulgato su Internet la foto di un terrorista che mostra il capo reciso di una donna, asserendo che la giovane sia proprio Rehana. La notizia è stata subito rilanciata lunedì in rete dal Daily Mail. Rehana è diventata “l’angelo di Kobane”.

Nelle prime ore non sono arrivate né conferme, né smentite, da parte dell’esercito curdo. Poi un tweet sembra aver fugato i dubbi. Arriva da Pawan Durani, giornalista curdo che per primo aveva parlato della storia di Rehana. Dice di averle parlato: «E’ viva». La foto è solo propaganda. L’Isis cerca di scalfire il morale degli oppositori diffondendo notizie errate. Rehana «combatte con fierezza ma non ha ucciso cento terroristi». Comunque «è sana e salva», ha aggiunto, sempre su Twitter, un altro giornalista, curdo, Rashad Abdel Qader.

La foto diffusa dall’Isis sarebbe stata realizzata “con fotoshop”. Dagli integralisti per ora nessuna controreplica. Secondo fonti vicine all’esercito curdo, Rehana sarebbe riuscita a scappare durante gli intensi attacchi degli ultimi giorni. Una soldatessa sarebbe stata decapitata, ma non si tratta dell’”angelo di Kobane”.