Una secchiata di pallottole: negli Usa parte la nuova campagna anti-armi

Una secchiata di pallottole: negli Usa parte la nuova campagna anti-armi
di Anna Guaita
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Domenica 24 Agosto 2014, 20:05 - Ultimo aggiornamento: 25 Agosto, 10:30
E se il secchio invece che pieno d’acqua gelata e ghiaccio fosse pieno di pallottole? Una nuova, drammatica sfida viene lanciata dall’attore Orlando Jones, che ha apertamente ammesso di essersi ispirato al successo dell’Ice Bucket Challenge.



Ma lui, uomo di colore del profondo Sud, si è versato addosso un secchio di pallottole per attirare l’attenzione su un’altra malattia: l’apatia davanti alle violenze.



Sono stati i fatti sanguinosi di Ferguson a spingerlo a questo gesto: «Abbiamo visto una città americana trasformata in una zona di guerra - ha detto in un’intervista alla Cnn, ieri mattina -. Si sta ricreando un’atmosfera di scontro fra le razze. I miei genitori sono spaventati, mi dicono: ecco siamo tornati agli anni Cinquanta».



E per questo attore, famoso per aver preso parte al programma comico “MadTv” della Fox, e lanciato nel firmamento delle star con “House” e adesso con “Sleepy Hollow”, è diventato necessario far qualcosa, cercare di svegliare le coscienze. Jones, che ha lui stesso un regolare porto d’armi, ha detto che non vuole accusare nessuno, ma vuole aprire un dialogo sul dilagare della violenza da armi.



Da qui il video in cui si versa addosso un secchio di pallottole: «Non punto il dito accusatore contro nessuno. Non sfido nessuno - dice -. Sfido solo me stesso ad ascoltare senza pregiudizi, ad amare senza porre limiti, a rinunciare all’odio». Jones è rimasto sconvolto dalle violenze nelle strade di Ferguson, dove il 9 agosto la polizia ha ucciso un ragazzo di colore, 18enne e disarmato.



Le manifestazioni di protesta, prima pacifiche poi sempre più caotiche e violente sono state represse da una polizia armata come se stesse andando in guerra. Solo da tre notti nella cittadina del Missouri sembra tornata la pace. I casi di violenza della polizia contro i giovani di colore sono stati vari negli ultimi tempi. Ieri a New York c’è stata una manifestazione, assolutamente pacifica, in memoria di Eric Garner, un uomo morto soffocato un mese fa quando un poliziotto lo ha bloccato stringendogli il braccio intorno al collo.



Garner, un omaccione sovrappeso, era stato fermato perché vendeva sigarette sfuse per strada. Caduto per terra, sotto la presa del poliziotto, ha continuato a dire : «Non riesco a respirare». I suoi lamenti sono stati immortalati in un video, che ha inchiodato il poliziotto: quel tipo di “presa” infatti dovrebbe essere interrotta quando si capisce che l’individuo non rappresenta più una minaccia.



LA REAZIONE A NEW YORK

Tuttavia la reazione delle autorità a New York davanti alla morte di Garner è stata ben diversa rispetto alle reazioni a Ferguson dopo la morte di Michael Brown: il medico legale ha eseguito l’autopsia senza perder tempo, e ha reso noti i risultati, definendo la morte di Garner «un omicidio».



Il sindaco Bill De Blasio ha tenuto una conferenza stampa senza tentare di nascondere i particolari dell’incidente. Il capo della polizia ha sospeso il poliziotto e ha dato ordini perché non si ripetesse la “presa a strangolo”. E la polizia ha incontrato i leader dei quartieri, promettendo più dialogo.
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