Alle Isole Orcadi, un arcipelago che può scatenare la fantasia - mare color cobalto, pescherecci che sfidano le correnti, fari che si rincorrono sulle scogliere - il “No” all'indipendenza ha superato il 67 per cento, il picco più alto di tutta la Scozia. “Piper Bill”, il soldato a cui fu ordinato di sbarcare suonando la cornamusa per caricare le truppe in Normandia, è morto nel 2010. Ma gli anziani ricorderanno certe cose finché avranno vita. Il 73 per cento degli elettori con più di sessantacinque anni, secondo uno studio pubblicato oggi dal quotidiano The Independent, hanno votato contro la separazione di Edimburgo da Londra. «Soprattutto le donne di una certa età - ragiona Jonathan Patterson con i capelli scompigliati dal vento - non potranno mai dimenticare i giorni in cui i mariti, i padri o o fratelli erano in Normandia, a Sword Beach, a Juno, a Gold, e poi nelle Ardenne, sotto il fuoco tedesco. Quando sono andate a votare, il ricordo è stato sicuramente potente, perché tanti morirono per il Regno Unito, per tutti noi, e c'era una sola bandiera: quella britannica. Ecco perché siamo una nazione».
Il 27 per cento del totale degli elettori che hanno votato “No” ha ammesso di averlo fatto «per un profondo attaccamento al Regno Unito, alla storia comune e alle tradizioni». La percentuale sarebbe di quasi tre volte superiore tra i cittadini con più di sesantacinque anni di età. Tipi come “Piper Bill” non si cancellano dalla memoria e diventano facilmente leggenda. La Scozia, nel giugno scorso, si è profondamente emozionata per Jock Hutton, 89 anni, a suo tempo paracadutista dei Red Devils (i Diavoli Rossi), che si è lanciato di nuovo in Normandia (aiutato da un ufficiale) durante le celebrazioni per il settantesimo anniversario del D-Day. «Si è sottovalutato - continua Patterson davanti alla sua casa nelle Isole Orcadi - quanto sia stato alto e sanguinoso il contributo degli scozzesi nella Seconda Guerra Mondiale. E' un fattore che nel referendum ha fatto certamente la differenza».
Si calcola che più di duecentocinquantamila soldati scozzesi, tra il 1939 e il 1945, abbiano preso parte al secondo conflitto mondiale: le Royal Scots Guards. la Lowland Infantry Brigade, il Royal Regiment, i Royal Scots Fuciliers, i Glasgow Highlanders, la Highland Light Infantry. Ma non è tutto. Essendo l'Inghilterra meridionale a portata di bombardamenti, la Scozia, molto più a nord, fu riempita dallo Stato Maggiore di campi addestramento e di caserme: Loch Fine, Dorlin, Eigg, Rhum, Kentra Bay, Inchmarnoch, Moray Firth, Fort George. «Molti degli uomini e delle donne che prestarono servizio - dice Patterson - non ci sono più. Ma ci sono ancora i figli, oggi settantenni e ottantenni, e la Scozia può ancora toccare con mano i resti materiali di quei giorni: gli ex campi militari, i porti nelle baie, le piste di aviazione, un eterno ricordo del ruolo giocato dagli scozzesi nel D-Day». La cornamusa di “Piper Bill”, giovedì 18 settembre, ha suonato di nuovo e la gente di quassù non poteva non sentirla.
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