Domani gli scozzesi decidono se staccarsi da Londra e il presidente di una delle maggiori aziende britanniche del settore lancia al Regno Unito un allarme che rende ancora più elettrica la vigilia della consultazione: «Il contesto di questo voto è particolare - ha detto Martin Boon della britannica Icm al quotidiano Daily Mail - e le nostre rilevazioni potrebbero rivelarsi completamente sbagliate in un senso e nell'altro».
L'allarme di Boon, presidente di una delle più grandi società inglesi che si occupano di ricerche di mercato, arriva in un Paese con i nervi a fior di pelle. Domani quattro milioni e 200 mila scozzesi - tanti sono gli elettori - sono chiamati a decidere se separarsi da Londra scegliendo la strada dell'indipendenza dopo 307 anni di matrimonio non sempre felice.
L'ultimo sondaggio, pubblicato oggi dal quotidiano “The Scotsman”, vede il fronte dei contrari in vatnaggio di quattro punti rispetto a quello dei favorevoli: 52% a 48%. La rilevazione è stata curata proprio dalla Icm e quindi le parole del dirigente - c'è onestà intellettuale - fanno ancora più impressione.
«L'unica cosa che possiamo augurarci - ha ammesso Boon con il “Daily Mail” - è che noi si riesca a schivare questa pallottola. Il fronte del Sì potrebbe essere sottostimato perché, essendo la cosa così sentita, andranno a votare anche persone che normalmente non lo fanno e che quindi non rientrano nei gruppi sui quali vengono fatte le rilevazioni.
Con i No c'è lo stesso rischio, perché alcuni, nel timore di essere accusati di scarso nazionalismo, potrebbero non ammettere con i rilevatori di essere contrari all'indipendenza. Ci sono tutti gli ingredienti perché il referendum sulla Scozia diventi la Waterloo di tutti i sondaggi».
© RIPRODUZIONE RISERVATA