Terrorismo, espulso tunisino che minacciò Roma in tv. Scoppia il caso Malta: “porto franco” Isis

Terrorismo, espulso tunisino che minacciò Roma in tv. Scoppia il caso Malta: “porto franco” Isis
di Sara Menafra
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Domenica 22 Novembre 2015, 09:42 - Ultimo aggiornamento: 11 Dicembre, 17:55

Non ha precedenti specifici e il suo annuncio era stato perlomeno un po’ vago: «L’8 dicembre a Roma succederà qualcosa, l’ho letto su Facebook». Il prefetto di Catania, però, ha ritenuto comunque gravi i toni minacciosi di Amed, il giovane tunisino intervistato la scorsa settimana da L’Aria che tira su La7 (tra l’altro aveva detto che l’Isis fa bene ad ammazzare gli occidentali che bombardano la Siria e che «noi continueremo») e ne ha disposto l’espulsione verso il paese d’origine, per motivi di sicurezza pubblica. E’ una delle possibilità previste dal pacchetto sicurezza, approvato nel 2005 e rafforzato nel corso del tempo, che attribuisce il potere di espulsione sia al prefetto sia, in casi gravi, direttamente al ministro.



IL PROVVEDIMENTO

Quella di Amed potrebbe non essere l’unica espulsione da qui ai prossimi giorni, visto che dall’attentato di Parigi in avanti questure e comandi dei carabinieri hanno fatto ogni giorno decine di fermi e controlli su tutto il territorio ed è anche possibile che in qualche caso ad intervenire sia direttamente il ministro Alfano.



Buona parte degli sforzi si stanno concentrando su stazioni e aeroporti. Un controllo capillare che ha indirizzato i riflettori in particolare sull’aeroporto di Malta: ieri, la Polizia di frontiera di Catania ha arrestato due cittadini maliani in partenza per la Valletta. E’ la terza volta in tre giorni che ad essere fermati con documenti falsi sono persone dirette nell’isola mediterranea (i due fermati mercoledì ad Orio al Serio avevano anche i cellulari zeppi di foto dell’Isis o miliziani con armi imbracciate). Nel caso di ieri, gli agenti di Ps si sono insospettiti perché i due, Chiaka Keita del ’90 e Beyake Samake del ’87, si aggiravano agli arrivi cercando la zona delle partenze. Il controllo dei documenti, comprese regolari carte d’identità emesse dall’Italia, ha dimostrato che i due avevano un rinnovo del permesso di soggiorno contraffatto (il primo era invece regolare per entrambi).




L’arresto, che potrebbe essere convalidato già lunedì, applica al loro caso la normativa anti terrorismo approvata dopo gli attentati al settimanale parigini Charlie Hebdo e rende obbligatorio l’arresto per chiunque sia fermato con documenti falsi validi per l’espatrio.



LA “PORTA” PER L’ISIS

Al di là delle differenze tra i singoli casi, è un fatto che i fermi in aeroporto che hanno destato maggiori attenzioni e sospetti erano tutti per persone dirette verso la Valletta, due dei quali in partenza da Ciampino. «E’ un elemento su cui stiamo lavorando - spiega un investigatore - abbiamo più di un fattore che ci porta a ritenere che i controlli sui voli extra Schengen in partenza da Malta siano meno ”stretti” di quanto accade nel resto d’Europa. Fino a qualche tempo fa la scappatoia era usata per chi puntava al ricongiungimento familiare in Gran Bretagna, ora però non possiamo escludere che l’aeroporto maltese potrebbe essere la meta di chi vuole dirigersi verso l’aerea controllata dall’Isis, vista la vicinanza con la Libia e i collegamenti diretti con Istanbul».



L’ipotesi è ovviamente tutta da verificare e in parte potrebbero contribuire le tre inchieste avviate da Brescia (competente su Bergamo), Roma e Catania.



SOSPETTI IN SICILIA

Altro fermo sospetto ieri al porto di Palermo: la polizia di frontiera e la Digos, affiancati dalla Guardia di finanza, hanno denunciato a piede libero due tunisini che si stavano imbarcando verso Tunisi su una Renault Scenic con targa francese non intestata a nessuno dei due. Il cellulare e il tablet contenevano immagini che saranno sottoposte ulteriori controlli: un uomo incappucciato armato di kalashnikov attorniato da scritte in arabo ed una ”Free Libia” e, soprattutto, un video dello stadio tedesco di Dresda. Le immagini riprendono l’impianto sportivo dall’esterno, al momento di una partita della Dinamo Dresda anche se gli investigatori escludono, almeno al momento, che ci possa essere un collegamento con le minacce allo stadio di Hannover seguite alla strage di Parigi.

A bordo della macchina i due, incensurati e provenienti da Ragusa, avevano 10mila euro in contanti e alcuni chili di concime chimico.

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