Schizofrenico esce dal carcere e uccide 16enne sul bus: per i medici non aveva bisogno di cure

Christina Edkins e Philipp Simelane
di Federica Macagnone
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Martedì 16 Settembre 2014, 17:15 - Ultimo aggiornamento: 17 Settembre, 16:21

Se non avesse preso quel bus. Se quel maledetto giorno avesse deciso di non andare a scuola Christina Edkins, 16 anni, sarebbe ancora viva. Ma la storia non si fa con i se e la verità che emerge in una relazione fa ancora più male della perdita: la morte della ragazza poteva essere evitata ed è solo una conseguenza del fallimento del sistema di recupero mentale del suo assassino, Philipp Simelane. Il 23enne, paranoico e schizofrenico, ha ricevuto cure non adeguate per 12 anni ed era in libertà senza controllo nonostante fosse stato rilasciato da poco dal carcere.

Il 7 marzo 2013 il destino crudele ha messo Philipp sulla strada di Christina, accoltellata sul bus numero 9 di Birmingham mentre si dirigeva a scuola.

Il ragazzo le ha trafitto il petto con un coltello lungo 22 centimetri durante l'ennesima crisi: è stato catturato ore dopo l'attacco in un supermercato con l'arma in un sacchetto di plastica.

Dichiaratosi colpevole di omicidio, è stato rinchiuso in un ospedale psichiatrico a tempo indeterminato: solo tre mesi prima aveva lasciato in carcere e nessuno aveva ritenuto che il ragazzo dovesse essere seguito.

Il rapporto ha rivelato che il personale medico, la polizia e il servizio carcerario «hanno perso una serie di possibilità per sottoporre Simelane a un trattamento adeguato nel corso di 12 anni». Da quando il ragazzo in adolescenza aveva iniziato ad avere disturbi mentali, la madre aveva chiamato 21 volte le forze dell'ordine per i continui attacchi violenti che avevano terrorizzato la famiglia.

Nell'ultima telefonata, poco tempo prima di uccidere Christina, il giovane aveva minacciato la madre con un coltello. Solo dall'aprile 2009 al dicembre 2012, Philipp aveva subito 17 valutazioni da parte di un gran numero di esperti sanitari: nessuno è riuscito a valutare la pericolosità del ragazzo e a decidere per una sua detenzione prima di uccidere.

Una tragedia che poteva essere evitata e che mette in luce il fallimento di un sistema. «Un paranoico psicotico è stato abbandonato a se stesso senza farmaci – ha dichiarato la mamma della ragazza - vagabondava indisturbato sui bus senza aiuto e senza la supervisione dei servizi pubblici». Il dolore ha colpito anche la famiglia Simelane, trasferitasi in Gran Bretagna dal Sud Africa quando il ragazzo aveva nove anni. «Il nostro cuore è con la famiglia in lutto – ha detto la mamma di Philipp – questa tragedia ha cambiato le nostre vite per sempre».