Mosca accusa Kiev: viola accordi Ginevra. Putin: cittadinanza ai russofoni

Vladimir Putin
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Lunedì 21 Aprile 2014, 09:27 - Ultimo aggiornamento: 22 Aprile, 15:32

Risale la tensione legata alla crisi ucraina per lo stallo dell'accordo di Ginevra e le reciproche contestazioni tra la Russia e l'Occidente sulla sua mancata applicazione. Oggi Mosca ha accusato Kiev di «violare grossolanamente» l'intesa, poche ore prima dell'arrivo nella capitale ucraina del vicepresidente Usa Joe Biden, che domani incontrerà il presidente ad interim Oleksandr Turcinov e il premier Arseni Iatseniuk.

Telefonata Lavrov-Kerry «Le autorità di Kiev non stanno facendo nulla, neppure alzando un dito, per eliminare le cause di questa crisi profonda», ha denunciato il capo della diplomazia russa Serghiei Lavrov, accusando il governo ucraino di fare «passi in grossolana violazione degli accordi di Ginevra», in particolare della prima clausola, che invita a prevenire qualsiasi forma di violenza.

Un concetto ribadito in serata in una telefonata al collega John Kerry, invitato ad agire sul governo ucraino per «evitare un conflitto sanguinoso» e attuare gli impegni presi a Ginevra. Kerry, ha fatto sapere il dipartimento di stato, gli ha rivolto un invito analogo: Mosca deve esortare pubblicamente i separatisti ad abbandonare gli edifici occupati.

La sparatoria Lavrov parlando di violenze si riferisce alla misteriosa sparatoria di ieri ad un posto di blocco vicino a Sloviansk, nella regione ucraina orientale di Donetsk, dove sono morte da 3 a 5 persone, nel bel mezzo della tregua pasquale offerta da Kiev. Un episodio che «dimostra l'incapacità o la riluttanza delle autorità di Kiev a controllare gli estremisti», secondo Mosca, che ha tirato in ballo 'Pravi Sektor'. Il movimento paramilitare di estrema destra ha però smentito ogni coinvolgimento e per Kiev si tratta di una provocazione.

Avvertimenti Lavrov ha puntato il dito anche contro il mantenimento delle tende del Maidan, la piazza principale di Kiev cuore della protesta filo occidentale: «inaccettabile», ha ammonito, dopo che il suo collega ucraino Andrii Deschizia aveva sostenuto la 'legalità dell'occupazione, in quanto autorizzata. Lavrov ha ricordato inoltre che Mosca «sventerà ogni tentativo di scatenare una guerra civile nel sud-est dell'Ucraina». E ha avvisato gli Usa: «prima di darci ultimatum, chiedendoci di rispettare le richieste in due o tre giorni con la minaccia di sanzioni, inviteremmo i partner americani ad assumersi pienamente la responsabilità di quelli che hanno portato al potere». In ogni caso il Cremlino ritiene «impossibile» l'isolamento internazionale: «siamo una potenza grande e indipendente che sa cosa vuole, e la maggioranza dei Paesi del mondo non vuole l'isolamento della Russia», ha assicurato Lavrov.

Le mosse di Putin Intanto Putin ha fatto altre tre mosse: ha proposto una legge per trasformare la Crimea in una sorta di Las Vegas del Mar Nero; ha firmato un provvedimento per la riabilitazione dei tatari e di tutte le altre minoranze vittime della deportazione staliniana, anche se la tensione con la comunità musulmana locale resta; e ha promulgato la legge che sveltisce l'iter per la cittadinanza russa ai russofoni dell'ex Urss, «il più grande popolo diviso del mondo». Una sfida, quest'ultima, anche alle ex repubbliche sovietiche. Kiev attende intanto gli aiuti dell'Occidente. Fonti americane riferiscono che Biden domani potrebbe annunciare sostegni tecnici all' Ucraina, in particolare nella sfera economica ed energetica.

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