Da allora Giudy non va più a scuola: deve occuparsi della casa, dei cinque fratelli e del padre, che la costringe ad avere rapporti sessuali con lui e, più tardi, a subire anche un aborto. «Quando volevo andare a letto - racconta al Mirror - lui invece voleva che dormissi con lui e mi violentava».
Nel corso degli anni Judy è rimasta incinta diverse volte, perdendo sempre i bambini o spontaneamente o a causa della violenza del genitore: in uno dei casi, lui l'ha presa a pugni nello stomaco e l'ha fatta abortire in casa con una stampella.
E' solo all'età di 20 anni che la ragazza si convince a denunciare la situazione dopo essere fuggita di casa e aver incontrato l'attuale marito in Sudafrica, che la convince ad uscire allo scoperto e a chiedere che il padre paghi per tutto quello che le ha fatto. Così, lui finisce in carcere, dove resta per 15 anni: morirà in prigione per un cancro ai polmoni. Ma non senza l'ultimo saluto di sua figlia. «Gli ho detto che gli volevo bene e l'ho perdonato, era sempre mio padre».