New York, il killer di John Lennon si pente, ma resta in carcere. Aveva una lista di vip da uccidere

New York, il killer di John Lennon si pente, ma resta in carcere. Aveva una lista di vip da uccidere
di Anna Guaita
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Giovedì 28 Agosto 2014, 16:48 - Ultimo aggiornamento: 18:52
Ogni due anni ci prova, e ogni volta gli viene negata. L'uomo che la sera dell'8 dicembre 1980 uccise a sangue freddo il Beatle John Lennon con cinque colpi al petto, ha chiesto per l’ottava volta di essere messo in libert condizionata.



La sua condanna, emessa nel 1981, dichiarava infatti che il giovane doveva trascorrere in carcere «un minimo di 20 anni, estendibili alla lunghezza della sua intera vita». Allo scadere del 20esimo anno Chapman ha cominciato a chiedere la libertà e ogni volta gli è stata negata.



Che Chapman in carcere si comporti bene nessuno lo mette in dubbio. Ma che molti abbiano ancora paura di lui anche questo è indubbio. Yoko Ono, la moglie di Lennon, ha detto di temere sia per se stessa che per il proprio figlio Sean, e pure per Julian, il figlio che John aveva avuto dalla prima moglie, Cynthia. Non solo: Yoko sostiene che se rimesso in libertà, Chapman potrebbe diventare a sua volta vittima di qualche fanatico che potrebbe voler vendicare il Beatle.



Il concetto non è peregrino, se le stesse autorità carcerarie pensano che ci sia qualcosa di vero: Chapman è chiuso in un'ala protetta, ed anche nelle sue ore d'aria, tre al giorno, rimane sempre sotto controllo. In compenso può avere visite dalla moglie Gloria, che aveva sposato nel giugno del 1979.



Chapman non è il solo omicida “famoso” a vedersi rifiutata la libertà condizionata: anche Sirhan Sirhan, il killer che nel 1968 uccise il senatore Robert Kennedy, si è vista negata la libertà. Anche Charles Manson, e tutti i suoi seguaci, la “famiglia Manson”, che negli anni Sessanta uccisero 7 persone, incluso l'attrice Sharon Tate, si sono visti rifiutata la libertà condizionata.



LA LISTA

Per omicidi così crudeli, infatti, ci sarebbe una reazione pubblica di protesta se fossero rimessi in libertà. Per vari esperti, un passo simile rappresenterebbe anche un danno per la lotta contro la pena capitale: infatti solo dove si assicuri la gente che un killer spietato non sarà mai rimesso in libertà, l'opinione pubblica è disposta a non chiedere l'intervento del boia.



Tra l'altro, mentre Chapman è diventato un detenuto modello, resta il fatto che nel 1984 aveva scritto al poliziotto che lo aveva arrestato, Steve Spiro, che aveva preparato una lista di «personaggi ipocriti» che poteva uccidere. Non c'era solo John Lennon in quella lista, ma anche Jacqueline Kennedy, gli attori Marlon Brando e George C. Scott.



In seguito confessò che aveva avuto anche Elizabeth Taylor nel mirino, ma che la casa di Lennon era più aperta e uccidere lui sarebbe stato più facile. Chapman sosteneva che queste star erano ipocrite perché dicevano di voler fare beneficenza ma «vivevano nel lusso».



La commissione che ha analizzato l'ottava richiesta di libertà da parte dell'ex giovane (oggi Chapman ha 59 anni) è stata categorica: «Lei non tornerebbe in libertà senza tornare a violare la legge. Le sue azioni hanno devastato una famiglia, e tutti coloro che amavano la sua vittima, una vittima che verso di lei aveva manifestato grande gentilezza».



Poche ore prima di uccidere Lennon, infatti, Chapman aveva fermato il cantante e la moglie che uscivano di casa. Aveva porto a Lennon un album, perché lui lo firmasse. Lennon si era fermato e con un sorriso gentile aveva autografato la copertina dell'Lp. Quel disco Chapman lo buttò, e poi attese che la coppia tornasse a casa, la sera, per sparare i cinque colpi fatali.
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