​Canada, cadaveri di 6 neonati trovati dentro un deposito a noleggio: sospetto aborti clandestini

​Canada, cadaveri di 6 neonati trovati dentro un deposito a noleggio: sospetto aborti clandestini
di Anna Guaita
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Mercoledì 22 Ottobre 2014, 09:02 - Ultimo aggiornamento: 23 Ottobre, 22:09
NEW YORK – Il compito del medico legale di Winnipeg è stato “tragico al di là di ogni immaginazione”.

Nella sera di lunedì, la polizia gli ha consegnato i resti di quelli che all’inizio sembravano tre corpicini, ma che all’autopsia si sono rivelati essere i resti di sei neonati. Il terribile ritrovamento è avvenuto nella capitale dello Stato canadese del Manitoba, in un deposito self-service. Lo staff dell’azienda U-Haul, che amministra decine di spazi per storage, stava facendo l’inventario di un deposito il cui affittuario aveva smesso di pagare: “Abbiamo visto una scena raccapricciante. Abbiamo capito che erano resti umani, ma mai avremmo pensato che si trattasse di bambini” ha detto l’impiegato che ha chiamato la polizia.

La polizia ha incriminato una donna di 40 anni, Andrea Giesbrecht, per “occultazione di cadavere”. Non si sa ancora se i corpi fossero di bambini nati e poi uccisi, o nati morti. Ovviamente i capi di accusa cambierebbero se si scoprisse che i neonati sono stati uccisi. Ma se si scoprisse che sono morti di morte naturale, la donna rischierebbe comunque vari anni di prigione.



In un primo momento, le autorità hanno creduto che i cadaveri fossero tre, poi hanno detto quattro, solo dopo 24 ore il medico legale ha chiarito che si trattava dei resti di sei bambini: “Bisogna capire che sono in diverso stato di decomposizione” ha spiegato il portavoce della polizia di Winnipeg, Eric Hofley. I corpicini sono stati occultati nell’arco di diversi mesi, a cominciare dallo scorso marzo: “E’ una vicenda molto strana, che richiede tempo per essere investigata a fondo” dice Hofley. “Questo è un fatto incredibile, terribilmente tragico – ha aggiunto - siamo tutti turbati”. A quanto pare anche la donna incriminata è in “uno stato di shock”, secondo quanto ha riferito il suo avvocato, Greg Brodsky. L’avvocato ha aggiunto di non poter dire altro, per non violare i diritti della sua assistita.
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