Il 9 novembre 1989 cadeva il Muro di Berlino. L'ex cancelliere Kohl: «La lunga via per l'unità»

Il 9 novembre 1989 cadeva il Muro di Berlino. L'ex cancelliere Kohl: «La lunga via per l'unità»
di Helmut Kohl *
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Domenica 2 Novembre 2014, 14:48 - Ultimo aggiornamento: 8 Novembre, 13:37
Il 9 novembre 1989 cadde il Muro di Berlino, oltre quattro decenni dopo l’inizio della guerra fredda, 28 anni dopo la sua costruzione. Il Muro per decenni non ha soltanto distrutto famiglie e diviso in due una città e un Paese.

LA TESTIMONIANZA



Helmut Kohl *



Ha significato la divisione di Berlino, del nostro Paese, dell’Europa e del mondo in una parte libera e in una senza libertà. Il Muro alla fine è caduto in modo assolutamente pacifico, senza uno sparo, senza spargimento di sangue. È stato un miracolo. La protesta degli abitanti della Ddr era montata per mesi, lentamente ma ininterrottamente e alla fine non poteva più essere fermata. L’ottuso regime della SED, che fino alla fine si era rifiutato di effettuare sostanziali riforme, si dissolse di fronte alla voglia di libertà delle persone, così come aveva previsto 40 anni prima Konrad Adenauer, il primo cancelliere della Repubblica Federale Tedesca. Dopo la caduta del Muro nel novembre ’89 non sarebbe passato neanche un anno fino a che noi raggiungessimo la riunificazione in pace e libertà e con l’approvazione dei nostri partner e alleati nel mondo. Il 3 ottobre ’90 potemmo festeggiare il giorno dell’unità tedesca. Fu il trionfo della libertà...Ma né la caduta del Muro, né la riunificazione sono prodotti scontati della storia, accaduti quasi da sè. Essi sono piuttosto il risultato di un atto di equilibrio politico lungo, difficile e sempre contrastato che durava dal 1945/’49.



IL MANTELLO DI DIO

Non la voglia di libertà dei cittadini della Ddr da sola, non glasnost e perestrojka da sole, non la distensione Est-Ovest, non il presidente americano George Bush, il segretario generale sovietico Mikhail Gorbaciov, il cancelliere tedesco, nessuno, da solo, sarebbe bastato per portare a compimento caduta del Muro e riunificazione. È stata necessaria una felice, direi storica costellazione di persone ed eventi...Ancora niente era deciso, quel 9 novembre ’89. La riunificazione del nostro Paese fu piuttosto uno scontro di potere politico per l’equilibro europeo e gli interessi di sicurezza a Est come Ovest. È stata fino all’ultimo un atto di equilibrismo nel campo di tensione della Guerra Fredda. Cito sempre, per la situazione in cui mi venni a trovare, Otto von Bismarck, perché non trovo immagine migliore: «Quando il mantello di Dio agita la storia, si deve saltare e afferrarlo». ...Mi sono sempre visto in continuità con Konrad Adenauer. Il primo cancelliere della Repubblica Federale ha posto i binari decisivi nella questione tedesca. Ha avuto una chiara bussola fin dall’inizio. Dopo la Seconda guerra mondiale voleva ricondurre la Germania nella comunità dei popoli liberi, voleva una Europa libera e unita con una Germania libera e unita. Si pose in modo chiaro al fianco dell’Occidente libero, non fece il pellegrino tra Ovest ed Est. L’integrazione della Repubblica Federale nel libero Occidente e il legame con gli Usa per lui avevano la chiara precedenza sulla riunificazione, che tuttavia egli ha sempre mantenuto saldamente come obiettivo...Adenauer riteneva a ragione che una neutralizzazione della Germania avrebbe portato a un vuoto di potere in Europa, che sarebbe stato riempito dall’Urss.



L’IRA DI LONDRA

La caduta del Muro e la prospettiva della riunificazione furono uno shock per i nostri vicini europei e per i partner...in breve tornò a divampare la sfiducia verso i tedeschi...Margaret Thatcher fu la più leale tra gli avversari dell’unità e disse: «Due Germanie per me sono meglio di una». Disse anche: «Due volte abbiamo sconfitto i tedeschi, ecco che ritornano!». Il capo del governo britannico, che alla fine riconoscendo l’ineluttabilità degli sviluppi non si trincerò più contro la riunificazione, aveva erroneamente contato sul fatto che Gorbaciov non avrebbe mai approvato l’appartenenza alla Nato di una Germania unita. Almeno all’inizio era della stessa opinione anche Mitterrand. ...Il cambio di orientamento di Mitterrand si fondò in gran parte sul fatto che riuscii a convincerlo una volta di più: l’unità tedesca e l’unità europea per me erano due facce della stessa medaglia. A fondamento di questo stava, non da ultima, l’iniziativa franco-tedesca per l’introduzione della moneta comune europea, l’Euro, e per l’unione politica, che noi portammo avanti con passi molto concreti nella primavera ’90, parallelamente al processo di unificazione tedesco. ...Quando, a mezzogiorno del 9 novembre 1989, nel parco della Cancelleria, salii su un elicottero militare che mi avrebbe portato all’aeroporto di Colonia-Bonn per una visita a Varsavia, non sapevo che questa data sarebbe entrata nella storia tedesca. I miei pensieri erano rivolti alla difficile visita in Polonia...Immediatamente prima della partenza della colonna di auto dalla residenza per ospiti di Parkowka al centro di Varsavia, mi raggiunse una chiamata urgente da Bonn. A Berlino Est il portavoce Guenter Schabowski aveva annunciato a sorpresa regole provvisorie...in altre parole, chiunque avrebbe potuto varcare il Muro. Durante il banchetto, mi vennero comunicati altri particolari dei drammatici avvenimenti. Poco dopo, erano circa le 21, chiamai Eduard Ackermann a Bonn...«Signor cancelliere, il Muro è appena caduto!», gridò al telefono. «Ackermann, è sicuro?», risposi. «Sì», disse, e riferì che ai varchi di passaggio si erano accalcate le prime persone per fare la prova e, se era correttamente informato, alcuni avevano già passato il confine. Mi mancò quasi la parola...Un’ora più tardi richiamai Ackermann. Che confermò: i berlinesi dell’Est a centinaia avevano passato i posti di controllo.



*Cancelliere della Repubblica Federale di Germania dal 1982 al 1998

(traduzione di Alessandro Di Lellis).




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