Una mattina del 1958 o 1959 (la data non è certa perchè il fatto non è mai stato denunciato) mentre dalla zona sud di Manhattan dove abitava si recava al lavoro, in un hotel vicino Times Square, ricevette improvvisamente una pugnalata. Si salvò per miracolo. Nel 2014, all'età di 97 anni, è morto in un'ospedale newyorkese, a Brooklyn. I medici legali non hanno dubbi: la morte è subentrata per complicazioni dovute a un'ostruzione intestinale. Ostruzione connessa a una ferita da taglio, la coltellata ricevuta ben cinque decenni prima, come confermato dalla figlia più piccola dell'uomo. Così quello di Tony Ciccarello è diventato uno dei 334 casi riclassificati dagli investigatori come omicidi nel 2014. Il più lontano nel tempo che a New York si ricordi. Perchè quando si è vittima di un attacco, per le autorità non c'è tempo che tenga.
Nè importa l'età avanzata della vittima e il fatto che, dopo il fattaccio, abbia vissuto una vita pressochè normale.
Così due investigatori della squadra omicidi di Manhattan si sono messi al lavoro, spulciando microfiche e rapporti dell'epoca, alla ricerca della verità e di colui o coloro che oggi vengono considerati assassini. Una missione quasi impossibile, «romatica e visionaria, come l'ha definita qualcuno. Quasi nulle le possbilità di trovare prove, indizi, testimoni. Se anche un testimone ci fosse, è più che probabile che oggi non sia più in vita. Difficile dunque che il giallo venga risolto. Sarebbe un sogno, racconta la figlia al New York Times.