Migranti, dall'Italia 4.000 profughi alla Germania e 3.000 alla Francia. La Slovenia innalza un muro

Migranti, dall'Italia 4.000 profughi alla Germania e 3.000 alla Francia. La Slovenia innalza un muro
3 Minuti di Lettura
Lunedì 21 Settembre 2015, 12:14 - Ultimo aggiornamento: 22 Settembre, 14:41

Nella bozza della decisione legale in vista del consiglio Interni Ue straordinario di domani è inserito il numero totale dei 120mila profughi da ricollocare, e in due allegati il numero attribuito a ogni Stato, che sarà ridistribuito da Italia e Grecia. Del totale di 15.600 dall'Italia, 4027 vanno in Germania e 3064 in Francia.

La Ue studia delle multe per chi non accetta le quote migranti. Per lo Stato membro che si trova in difficoltà a ricollocare i profughi, gli ambasciatori dei 28 (Coreper) stanno prendendo in considerazione due opzioni in vista del consiglio Interni di domani.

Secondo quanto spiegano fonti Ue si pensa al pagamento di 6.500 euro a profugo, ma fino ad un massimo del 30% del totale della quota da ricollocare. L'altra possibilità in discussione è permettere al Paese che lo chiede di ritardare i ricollocamenti di sei mesi. Francia e Germania sono contrari alla prima possibilità.

Le sanzioni dello 0,002% del Pil per i Paesi che non ricollocano, per un massimo di un anno, proposte dalla Commissione europea nel pacchetto Juncker del nove settembre, sono state invece accantonate. Un accordo di massima è stato trovato sul numero totale dei 120mila ricollocamenti da fare. Tuttavia si è deciso di evitare parole come «obbligatorio» o «volontario», per bypassare le difficoltà che hanno portato allo stallo nei giorni scorsi.

In uno dei tre annessi alla decisione legale è previsto anche il numero che dovrà essere ricollocato Paese per Paese, ma senza percentuali. Tra gli altri argomenti ancora in discussione, dopo la decisione dell'Ungheria di non essere un Paese beneficiario e quindi di vedere ridistribuire 54mila profughi dal suo territorio, è come decidere chi prenderà il suo posto. Due sostanzialmente le ipotesi sul tavolo. Da un lato si parla di suddividere i 54mila tra Italia e Grecia, entrambe Paesi di prima linea. L'altra opzione è invece di decidere sulla base delle evoluzioni sul terreno, lasciando la flessibilità che a beneficiare possano essere anche gli Stati membri sud-orientali, come Croazia e Slovenia.

Berlino è più favorevole a questa seconda ipotesi. Una variante a questa seconda opzione è che se dopo 18 mesi dall'entrata in funzione del meccanismo, nè Commissione nè Stato membro si sono espressi, i beneficiari potranno essere Grecia e Italia. Ciò che risulta ormai chiaro, è che qualsiasi Paese diventi beneficiario dei ricollocamenti, dovrà organizzare gli 'hot spot' sul proprio territorio. Cosa che molti Stati membri, a partire da Croazia e Ungheria non vogliono. Tra i punti che potrebbero andare a favore di Roma, il fatto che per i 120mila ricollocamenti possano essere presi in considerazione i profughi arrivati in Italia e Grecia fino a sei mesi prima della presentazione della proposta della Commissione Ue (quindi sei mesi prima del nove settembre).

Intanto la polizia slovena ha cominciato a innalzare una barriera 'difensiva' al valico di frontiera con la Croazia di Bregana. L'obiettivo è di evitare che migranti entrino illegalmente e in modo indiscriminato nel Paese attraverso campi e boschi, ma restino in attesa nell'accampamento al confine. Lo riferiscono i media croati e serbi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA