Migranti, la Ue si muove: demolire i barconi

Migranti, la Ue si muove: demolire i barconi
di Mario Stanganelli
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Martedì 21 Aprile 2015, 06:13 - Ultimo aggiornamento: 09:52
Dopo le sollecitazioni di Matteo Renzi per un summit europeo che affronti «con concretezza» il gravissimo problema dell'immigrazione dalla sponda sud del Mediterraneo, la Ue si è finalmente mossa tempestivamente: un Consiglio europeo straordinario è stato convocato per giovedì a Bruxelles. Nell'annunciare la decisione sul vertice di dopodomani, il presidente Donald Tusk ha sottolineato che la situazione nel Mediterraneo si è fatta «drammatica, non si può continuare così. Non possiamo accettare - ha aggiunto il presidente del Consiglio dell'Unione - che centinaia di persone muoiano attraversando il mare verso l'Europa». Di qui il vertice straordinario, da cui lo stesso Tusk ha detto di aspettarsi «azioni immediate» che gli Stati membri «possono e debbono fare per alleviare la situazione». A cogliere la sollecitazione ad iniziative immediate sono stati i ministri degli Esteri e degli Interni della Ue, riuniti ieri a Lussemburgo, che hanno dato il via libera al piano in dieci punti proposto dal Commissario per l'immigrazione Avramopoulos. Piano da sottoporre al summit di giovedì e che ha come principale obiettivo la cattura e la distruzione dei barconi utilizzati dai trafficanti attraverso il «rinforzo» delle operazioni Triton e Poseidon. Rinforzo che, secondo quanto riferito dal portavoce del ministero dell'Interno di Berlino, dovrebbe portare a un raddoppio dei fondi per la Triton. Operazione che, nelle modalità con cui si è svolta finora, è entrata nel mirino delle procure di Catania e di Palermo che indagano sui recenti naufragi. Giovanni Salvi titolare della procura etnea ha affermato che Triton è «meno efficace di Mare Nostrum», mentre il collega palermitano Maurizio Scalia avvertiva che, «in base a dati in possesso della procura, ci sarebbe sulle coste libiche un milione di migranti pronti a partire».



CONSENSO DEI LEADER

Intanto ieri Renzi ha visto coagularsi attorno al suo appello il consenso dei maggiori leader europei. Angela Merkel ha detto che la Germania «sente il dovere di fare di più per evitare che altre persone muoiano in mare alle porte di casa nostra in modi così strazianti». David Cameron, appoggiando la richiesta del premier italiano per il vertice straordinario di giovedì, ha annunciato che sospenderà la sua campagna elettorale in Inghilterra per parteciparvi personalmente. Il ministro degli Esteri francese Laurent Fabius, alla luce «della gravità della situazione», ha interrotto la sua visita a Washington, mentre il portavoce del governo di Parigi ammetteva che la Francia «su questa tragedia non è stata all'altezza della situazione».

Quanto allo stesso Renzi - che ieri in conferenza stampa congiunta con il premier maltese Muscat ha potuto registrare, a differenza di passate circostanze, la perfetta sintonia dei due governi - ha ribadito l'obiettivo di «interventi mirati contro gli scafisti in Libia. Se vent'anni fa - ha detto - abbiamo chiuso gli occhi davanti alle stragi di Srebrenica, non lo possiamo più fare oggi». Con un solo distinguo, quello di escludere l'opzione di un intervento di terra che «nella Libia di oggi sarebbe un rischio assolutamente eccessivo. Non si possono - ha affermato Renzi - mandare decine di migliaia di uomini senza una strategia, sull'onda di un'emozione».