Messico, Boss droga evaso da super carcere: El Chapo fuggito grazie a serie di tunnel

Messico, Boss droga evaso da super carcere: El Chapo fuggito grazie a serie di tunnel
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Domenica 12 Luglio 2015, 15:22 - Ultimo aggiornamento: 15 Luglio, 21:53

È libero l'uomo più ricercato del mondo. Così come aveva già fatto nel 2001, il potente narco-boss Joaquin 'Chapò Guzman è riuscito a evadere usando condotti e scale di un carcere di massima sicurezza messicano, e infine un tunnel scavato da complici che lo ha portato lontano dal penitenziario. Una fuga degna di un film, in pieno 'stile Alcatraz'.

L'evasione è avvenuta ieri notte, tra l'incredulità di milioni di messicani e mettendo in ridicolo la sicurezza del paese. Il 'Chapò (tarchiato), 58 anni, è stato considerato dalla rivista Forbes tra gli uomini più ricchi del mondo, ed è noto per la sua spietata violenza. Per anni è stato alla guida del temibile cartello narco di Sinaloa. Nel febbraio del 2014, l'arresto del 'Chapò nella città costiera di Mazatlan era stato accolto come un grande successo della polizia non solo nel paese, ma anche negli Stati Uniti.

Quel giorno Guzman era caduto in trappola, ponendo così fine ad una caccia all'uomo lunga tredici anni, da quando nel 2001 il 'boss' era riuscito a scappare da un carcere di massima sicurezza di Jalisco nascosto in un carrello di panni sporchi della lavanderia.

Una fuga che ha dell'incredibile, proprio come quella avvenuta nella notte di sabato.

A raccontare l'evasione dal carcere di Altiplano - vicino alla città di Toluca e fino ad oggi considerato a prova di fughe - è stato Monte Alejandro Rubido, responsabile della sicurezza messicana. Il 'Chapò è scappato pochi minuti prima delle 21 di ieri, dal settore «delle docce, al termine di una giornata normale. Alle otto di sera aveva preso la sua dose giornaliera di medicine.

Scoperta l'assenza dalla cella grazie alla videosorveglianza, è scattato l'allarme. Dopo aver passato al setaccio il carcere, è stato trovato un buco di 50 per 50 centimetri che portava ad un tunnel un metro e mezzo sotto al pavimento». L'edificio dove si trova il tunnel comunica con un «condotto verticale di dieci metri di profondità raggiungibile con una scala, che porta a sua volta - ha aggiunto - ad un altro passaggio di 1,70 m. di altezza e 70 cm. di larghezza».

Questo è stato probabilmente il passaggio chiave della fuga: «da lì si raggiunge un tunnel lungo 1.500 metri costruito in Pvc, forse con ventilazione, luce e con una motocicletta riadattata a trazione su dei binari usata probabilmente per portare via i detriti e trasportare i mezzi impiegati nella fuga». Sul tunnel sono stati d'altra parte trovati «bombole d'ossigeno e altri oggetti», ha aggiunto il responsabile della sicurezza.

«Il condotto sfocia in un immobile abbandonato nella zona della 'Colonia Santa Juanità»: e anche qui sono chiare le tracce «di uomini che hanno lavorato sul posto», ha concluso il testo letto da Rubido, che non ha risposto alle domande dei cronisti. Fin da ieri notte è scattata nella zona del carcere un'ampia operazione di rastrellamento e l'aeroporto di Toluca è stato chiuso.

Dopo la prima fuga, quella del 2001, il 'Chapò riuscì a raggiungere il Guatemala, ricordano i media, mentre tutto il paese si chiede su come sia stata possibile la fuga, la cui preparazione ha evidentemente richiesto molti mesi di lavori, sul terreno e sul piano della logistica.

La fuga del boss del narcotraffico Joaquin 'Chapo' Guzman rappresenta «un affronto allo Stato», ha sottolineato oggi il presidente messicano, Enrique Pena Nieto, a Parigi, dove si trova in visita. In una conferenza stampa, Pena Nieto ha tra l'altro reso noto di aver chiesto «il rafforzamento della sicurezza nei centri di detenzione» del Messico, precisando inoltre di aver incaricato il procuratore generale Arely Gomez di «indagare in profondità se agenti del carcere siano coinvolti nella fuga di questo delinquente». Nel commentare l'evasione, l'Amministrazione Usa si è da parte sua detta «preoccupata» e pronta ad aiutare il Messico. «Siamo pronti a lavorare con i nostri partner messicani per una rapida ricattura» di Guzman, ha sottolineato in una breve nota il ministro della giustizia Usa, Loretta Lynch. Le autorità militari e di immigratorie di Guatemala e di Honduras sono d'altra parte in allerta di fronte alla possibilità che il 'boss' possa tentare di entrare in uno dei due Paesi centroamericani. Il cartello di Sinaloa, che 'Chapò guida da anni - ricordano i media messicani -, è in stretto contatti con il crimine organizzato in diverse zone delle due nazioni.

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