Tutto è avvenuto mercoledì, durante un meeting tra la cancelliera e alcuni studenti della città del Meclemburgo-Pomerania occidentale, nella palestra della scuola Paul-Friedrich-Scheel. La giovane prende il microfono e chiede alla cancelliera perchè ora sarà costretta a lasciare il Paese, dopo che alla sua famiglia è stato rifiutato l'asilo in Germania. E perchè non potrà vivere il sogno di studiare come i suoi coetanei. Reem inizia a piangere.
Merkel resta spiazzata, coglie il dolore, le si avvicina, carezzandole il viso e cercando di rassicurarla: «Hai fatto tutto bene. Sei stata brava». La cancelliera riconosce che la politica «a volte deve essere dura» («So che è un momento difficile», risponde piccata al moderatore dell'evento). «In Libano ci sono migliaia di persone nei campi profughi. Non possiamo dire a tutti di venire in Germania. Altrimenti non ce la faremmo», spiega a Reem. Che asciugandosi le lacrime annuisce. «Quel che posso promettere, aggiunge, è che in futuro le procedure per valutare le richieste d'asilo siano più celeri».
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