Melbourne, schiava sessuale del padre per 27 anni: dagli stupri nascono quattro bimbi

Melbourne, schiava sessuale del padre per 27 anni: dagli stupri nascono quattro bimbi
di Federica Macagnone
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Venerdì 12 Giugno 2015, 16:44 - Ultimo aggiornamento: 14 Giugno, 09:22
Un orrore senza fine cominciato quando Katherine era una tredicenne bella e bionda, piena di talento artistico e con una mente brillante e promettente. Tutto si spezzò quel giorno in cui tornò a casa da scuola a Victoria's Latrobe Valley, vicino Melbourne, in Australia e il padre alcolizzato le disse di andare con lui in camera da letto e la spogliò. Dopo averla violentata, le disse: «Ora sei stata violata: nessuno ti vorrà mai». L'incubo era appena cominciato: da allora diventò la schiava sessuale di un padre violento che picchiava lei, gli altri figli e la moglie e che la portò a letto migliaia di volte nell'arco di 27 anni, soggiogandola fisicamente e psicologicamente, fino a convincerla che tutto quello che succedeva fosse normale. Salvo, poi, ordinarle con le minacce di non parlarne con nessuno. Intorno, una famiglia che non vedeva o, chissà, magari preferiva non sapere: né la madre, né i tre fratelli maschi. Quando ebbe l'occasione di parlare con assistenti sociali parlò delle violenze subite, ma nei confronti del genitore non fu mai avviato nessun procedimento. Per Katherine le visite dei nonni materni e il tempo passato a scuola erano gli unici momenti in cui si sentiva al sicuro



Nel frattempo il padre la mise incinta quattro volte, ma nessuno dei figli porta il suo nome. Lei, che in tutti quegli anni non aveva mai trovato il coraggio di denunciarlo, prima per le minacce fisiche e poi per timore che le portasse via i bambini, solo a 40 anni trovò il coraggio di farlo. Si confidò con una dottoressa che la aveva in cura per la sua epilessia e le raccontò tutto: insieme cominciarono a pianificare una via di fuga.



E così, una notte, una squadra di polizia è andata a prelevarla da casa per portarla lontano, in un luogo protetto, per poi salvare i bambini dall'"orco" che era in casa e che loro chiamavano "papà". Katherine all'inizio era in uno stato di fragilità assoluta e sono serviti mesi di consulenza per tranquillizzarla. Alla fine, però, si è rafforzata al punto di riuscire a fare quello che avrebbe dovuto fare tanto tempo prima: raccontare alla polizia tutto quello che aveva subito in 27 anni .



Il suo racconto fu sufficiente. Quando gli agenti bussarono alla porta del padre per leggergli le accuse, lo trovarono impassibile, privo di emozioni e di rimorsi. Dal 2010 è in carcere per scontare una condanna a 22 anni.



Una storia raccolta dalla giornalista Sue Smethurst nel libro "Behind close doors" (Dietro le porte chiuse), in cui la protagonista viene chiamata con lo pseudonimo di Katherine X per salvaguardarne la privacy. Dopo la pubblicazione della storia sono stai moltissimi i messaggi di auguri e solidarietà inviati a "Katherine" via mail per esprimere solidarietà. «E' rimasta molto colpita - dice Sue - Dopo quello che ha vissuto non riusciva a credere che esistessero persone così gentili che si preoccupavano di lei. E' stata traumatizzata, ma ha tanto amore per i suoi figli. E' una donna spiritosa e luminosa: chissà che vita avrebbe potuto avere se non fosse stata vittima di quell'orrore?».



Katherine, vittima di una storia incredibile in cui non sono secondarie le responsabilità delle autorità, ha inoltre citato in giudizio il governo dello Stato di Vittoria per non aver compiuto il suo dovere nel proteggerla: quando lei raccontò le violenze subite agli assistenti sociali il caso fu sottovalutato. Nessuna cifra potrà mai ripagare la sua vita spezzata, ma comunque le è stato riconosciuto il risarcimento.