Marò, Mogherini: nuova fase, verso arbitrato internazionale

Massimiliano Latorre e Salvatore Girone
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Giovedì 24 Aprile 2014, 10:04 - Ultimo aggiornamento: 25 Aprile, 13:32
Sul caso dei Mar si apre una fase nuova, la procedura internazionale, gi avviata con l'invio in India di una nota verbale. Un primo passo che se non darà esiti sfocerà nel ricorso a strumenti internazionali, quali l'arbitrato. Lo ha detto il ministro degli Esteri, Federica Mogherini, intervenendo con il ministro della Difesa Roberta Pinotti, a un'audizione delle commissioni estere congiunte di Camera e Senato a Palazzo Madama. La nuova fase, ha aggiunto Mogehrini, «esaurisce quella in cui ha operato Staffan de Mistura che voglio ringraziare a nome del governo per la dedizione e

l'instancabile impegno con cui ha seguito la vicenda».



Procedura internazionale «Il 18 aprile scorso l'Italia ha inviato una nota verbale alle autorità indiane, la quinta in due mesi, ricevuta da Delhi il 21 aprile, in cui si riconferma il richiamo all'immunità funzionale» dei due fucilieri di marina e al «diritto internazionale», ha spiegato Mogherini ricordando che «dopo due anni c'è ancora una divergenza sulla giurisdizione. Divergenza che ho potuto constatare anche all'Aja il 25 marzo scorso». Con la nota «chiediamo l'avvio di un 'exchange of views' (uno scambio di vedute) sulla disputa e il ritorno dei marò in Italia. Nel caso in cui non si raggiungesse in tempi ragionevoli, per questa via, una soluzione accettabile, si ricorrerà a strumenti internazionali di risoluzione delle dispute in base alle norme internazionali», ha aggiunto il ministro aprendo quindi la strada all'arbitrato internazionale.
«Abbiamo deciso di far rientrare a Delhi l'ambasciatore italiano, Daniele Mancini» per seguire «la nuova fase» decisa dall'Italia sul caso con l'avvio della procedura internazionale, ha aggiunto Mogherini.



Situazione inaccettabile «Siamo usciti dall'alveo bilaterale, per innalzare il contenzioso a livello internazionale: siamo ancora aperti a discutere con gli indiani» ma «non abbiamo altra via che ricorrere all'arbitrato», ha evidenziato Pinotti. «Non accettiamo un processo indiano di cui non riconosciamo la validità», ha poi rimarcato Pinotti. «Ricordo solo che ad oltre due anni dall'incidente, a fronte di un atteggiamento da parte dell'India dilatorio, manca ancora un atto di accusa valido» nei confronti dei due fucilieri di marina, ha sottolineato il ministro spiegando che il «governo italiano ha dovuto interrogarsi su una situazione che lo stesso presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha definito incomprensibile». E sul fatto che la «via seguita fino ad allora ed un giudizio spedito da parte indiana, non era percorribile». «Trattenere due militari per oltre due anni», sottoponendoli alle indagini della Nia e alle procedure antiterrorismo, «è inaccettabile», ha ribadito il ministro della Difesa.
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