Il 4 agosto del 2011 Mark Duggan, considerato dalla polizia britannica tra i 50 criminali più pericolosi d'Europa, era stato avvistato nell'atto di comprare una pistola da Kevin Hutchinson-Foster, arrestato e poi condannato a 11 anni di carcere lo scorso febbraio.
La segnalazione arrivò alla polizia, che inseguì Duggan, nel frattempo salito a bordo di un taxi. La vettura fu fermata su un ponte nella zona di Tottenham, dove i poliziotti hanno poi fatto fuoco all'indirizzo dell'uomo, che cercava di scappare. Duggan fu raggiunto da due colpi di pistola al braccio e al petto e morì poco dopo. La notizia della sua morte scatenò una serie di rivolte e di scontri non solo a Londra, ma in tutto il paese, che coinvolsero migliaia di persone.
Ora è arrivata la decisione della Corte, che ha scagionato i poliziotti accusati di omicidio. Per il tribunale, l'uccisione è da considerare legale perché c'erano "sospetti fondati" che l'uomo potesse essere armato. La polizia, tuttavia, non ha mai ritrovato la pistola dell'uomo e sostiene che l'abbia gettata durante l'inseguimento.
La famiglia di Duggan ora chiede a gran voce giustizia, sostenendo che non si possano scagionare i poliziotti per aver ucciso un uomo disarmato.
Secondo i legali della famiglia Duggan, la polizia ha voluto incastrare l'uomo per far assolvere gli agenti. Si temono ripercussioni in tutto il paese e l'allerta è massima.
© RIPRODUZIONE RISERVATA