Marina Militare, 73 anni fa la straordinaria impresa di Alessandria d'Egitto

Marina Militare, 73 anni fa la straordinaria impresa di Alessandria d'Egitto
di Elena Panarella
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Venerdì 19 Dicembre 2014, 14:16 - Ultimo aggiornamento: 20 Dicembre, 15:52
Settantatrè anni. Tanto è passato dalla notte tra il 18 ed il 19 dicembre del 1941, quando sei incursori dell'allora Regia Marina entrarono nel porto di Alessandria d'Egitto, danneggiando alcune navi ormeggiate. Ma non erano navi qualunque: vennero infatti affondate le corazzate inglesi Valiant e Queen Elizabeth. Si trattò di una delle azioni più straordinarie, a danno della Royal Navy, della Regia Marina durante l'ultimo conflitto mondiale. Un'impresa realizzata con un arma segreta - il siluro a lenta corsa (S.L.C.), più conosciuto come «maiale» - e grazie al coraggio e all'audacia degli equipaggi che lo pilotavano. Piccoli mezzi e grandi uomini che si addestrarono nel più assoluto segreto a Bocca di Serchio, nel pisano. Una preparazione molto dura, con immersioni di notte, senza ausili luminosi, e un'unica certezza: l'intesa perfetta con il proprio compagno d'equipaggio. L'allenamento era pesantissimo, i materiali sempre all'avanguardia. Non altrettanto valido risulterà invece il supporto informativo, soprattutto per quanto riguarda le informazioni fornite dal Sim sulla situazione all'esterno del porto e per il piano di fuga.



L'azione. La notte del 18 dicembre, il sommergibile Scirè comandato dal tenente di vascello Valerio Borghese rilasciò a qualche miglia di distanza dal porto di Alessandria sei marinai a bordo di tre «maiali». Gli obiettivi erano, appunto, le corazzate inglesi Queen Elizabeth e Valiant, oltre a una grande petroliera. Il capitano del genio navale Antonio Marceglia e il sottocapo palombaro Spartaco Schergat puntarono verso la Queen Elizabeth.



Il capitano delle armi navali Vincenzo Martellotta e il capo palombaro Mario Marino verso la petroliera Sagona. Per il tenente di vascello Durand de la Penne e il capo palombaro Emilio Bianchi il bersaglio fu la Valiant. La mattina del 19 dicembre le cariche poste dagli assaltatori italiani - i cui eredi sono oggi gli incursori e palombari del Comsubin - esplosero sotto le carene delle navi nemiche. Le navi subirono danni ingenti e si adagiarono sul fondale del porto. Si trattò di una sorta di rivincita delle forze armate italiane per le gravi perdite navali subite nella notte di Taranto (novembre 1940) e proiettò nella leggenda i nomi di Borghese e del suo sommergibile, lo Scirè.

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