Appena nato pesava appena 520 grammi, oggi Lucas festeggia il primo compleanno

Appena nato pesava appena 520 grammi, oggi Lucas festeggia il primo compleanno
di Federica Macagnone
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Mercoledì 8 Ottobre 2014, 17:00 - Ultimo aggiornamento: 10 Ottobre, 11:55

Lucas è un piccolo ometto di un anno. Balbetta le prime parole, gattona, si mette in piedi e cade giù. I genitori non lo lasciano nemmeno per un secondo, lo seguono con lo sguardo.

Lo sguardo di chi pensa di essere stato miracolato. Mentre raccontano la loro storia hanno gli occhi pieni di lacrime e di orgoglio per quel piccoletto che un anno fa i medici avevano condannato a morte. Lo sguardo che oggi si posa su Lucas non sarebbe lo stesso se un anno fa avessero seguito ciò che dicevano i dottori: il piccolo, gravemente prematuro, non sarebbe sopravvissuto se non con gravi disabilità. Il consiglio era solo uno: staccare la macchina che lo teneva in vita. Ma Sylvia Moore, 30 anni, e suo marito Tom, 33 di Rugby, Warwickshire, in Inghilterra, non ci hanno pensato nemmeno per un attimo: il bimbo ce l'ha fatta e insieme hanno potuto spegnere la prima di una lunga serie di candeline.

Più di molti altri bambini, Lucas è il frutto dell'amore e della determinazione di questi due genitori.

La mamma ha iniziato ad avere problemi alla 22esima settimana e sette giorni dopo è nato il piccolo: pesava solo 520 grammi e per i primi sei minuti di vita si è creduto fosse nato morto. Quando ha iniziato a respirare la famiglia, nonostante la felicità immensa per l'evento, ha dovuto subito fare i conti con le condizioni di salute del bimbo. Lucas era così piccolo che a sfiorarlo sembrava già di fargli del male: aveva una emorragia al cervello e un buco nel cuore. Una condizione terribile che lasciava ai medici del Coventry University Hospital pochi dubbi: Lucas aveva un'altissima probabilità di essere disabile e il 99% di possibilità di avere una paralisi cerebrale. Il consiglio era quello di non relegare il piccolo a una vita difficile, probabilmente sarebbe stato cieco e sordo: era meglio staccare la spina. Ma Sylvia e Tom si sono rifiutati.

Hanno seguito l'evoluzione di Lucas nei 109 giorni di terapia intensiva fino a quando sono riusciti a portarlo a casa. Ora gli unici segni del suo calvario sono una miopia associata all'uso della macchina per l'ossigeno. «Mio figlio è un combattente – ha detto la mamma di Lucas – e noi gli staremo sempre accanto». Lucas sorride e ogni problema al mondo sembra svanire per questi due genitori. Sylvia e Tom si guardano e annuiscono. Il calvario sembra lontano e adesso c'è solo il loro piccolo. A staccare quella spina non ci hanno pensato nemmeno per un attimo.