Francia, il Louvre finisce sotto accusa: «Discrimina gli studenti israeliani»

Francia, il Louvre finisce sotto accusa: «Discrimina gli studenti israeliani»
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Martedì 16 Giugno 2015, 14:00 - Ultimo aggiornamento: 18 Giugno, 14:27
Sospetti di discriminazione nei confronti di un gruppo di studenti israeliani in visita al Louvre e alla Sainte Chapelle di Parigi. Una vicenda - scrive Libèration.fr - per cui è stata allertato anche il ministro della Cultura, Fleur Pellerin, Mentre Jean-Francois Carenco, il prefetto dell'Ile-de-France, ha inviato una lettera al tribunale di Parigi, accompagnata da un inquietante fascicolo sui presunti sospetti di discriminazione.



Tutto inizia a maggio scorso. Il professor Sefy Hendler, specialista di Rinascimento italiano, prepara la trasferta parigina dei suoi dodici studenti. Tutti iscritti alla facoltà di Storia dell'arte all'università di Tel-Aviv. È l'11 maggio quando Hendler si mette davanti al computer e invia due mail ai rispettivi servizi di prenotazione del Louvre e della Sainte-Chapelle. Le risposte non tardano, ma sono entrambe negative. «Mi dispiace, per quel giorno non abbiamo disponibilità», replica la Sainte-Chapelle.



Stessa musica al Louvre: «Non abbiamo nessuna disponibilità per gli orari richiesti». Perplesso per quel doppio rifiuto così perentorio, Hendler tenta un esperimento inviando, appena pochi giorni dopo, due nuove richieste di prenotazione. Questa volta a nome di un non meglio precisato 'Istituto d'artè di Firenze e dell'Abu Dhabi Art History Collegè. Istituzioni totalmente inventate, ma che ricevono risposte rapide e positive.




«Ero sconvolto, profondamente scioccato - racconta oggi Hendler - ero pronto ad annullare il viaggio» a Parigi. Alla fine deciderà però di informare Francois Heilbronn, presidente degli Amici francesi dell'Università di Tel Aviv, che raccoglie la documentazione, tra formulari di prenotazione e scambio di mail, per poi scrivere al presidente del Louvre, Jean-Luc Martinez, al collega responsabile della Sainte-Chapelle, Philippe Bèlaval, nonchè al ministro della Cultura, Fleur Pellerin.



Ognuno reagisce a modo suo.
Il Louvre si dice turbato e lancia un'indagine interna. Tre giorni dopo verdetto:
«In qualche modo siamo stati vittime del nostro stesso successo. Riceviamo in media 400 richiesta al giorno. E il sistema automatico non permette di creare file d'attesa virtuali», si giustifica il museo, secondo cui gli istituti 'fittizi' di Firenze ed Abou Dhabi hanno solo avuto più fortuna. Alla Sainte-Chapelle riconoscono invece ripetuti problemi nel sistema di prenotazione. Anche se «nulla stabilisce che ci sia stata discriminazione». In attesa dell'apertura di una eventuale inchiesta giudiziaria dopo la lettera del prefetto, i 12 studenti israeliani sono stati intanto 'accettati' al Louvre e alla Sainte-Chapelle. Verranno in visita a fine giugno insieme al loro professore.
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