Schiave di Londra, una è figlia del matematico irlandese che decifrò il codice nazista

Schiave di Londra, una è figlia del matematico irlandese che decifrò il codice nazista
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Mercoledì 27 Novembre 2013, 17:13 - Ultimo aggiornamento: 28 Novembre, 17:39
Una delle tre donne tenute per 30 anni come schiave domestiche in una casa di Londra, l'irlandese di 57 anni, figlia di un noto matematico, John Herivel, che contribuì a decifrare il codice segreto delle comunicazioni naziste durante la seconda guerra mondiale. Lo scrive oggi il Guardian, aggiungendo un altro tassello a questa vicenda che affonda le sue radici in una setta maoista degli anni settanta, l'Istituto dei Lavoratori per il pensiero marxista leninista di Mao Zedong.



La più giovane delle prigioniere, una cittadina britannica di 30 anni, è probabilmente figlia di Sian Davies, una donna che morì nel 1997 dopo essere caduta da una finestra di una casa occupata dal gruppo maoista, scrive ancora il quotidiano. La figlia del matematico si chiama Josephine Herivel e sarebbe stata lei a telefonare all'organizzazione «Freedom Charity» per chiedere di essere liberata. Cresciuta a Belfast, Josephine arrivò a Londra negli anni settanta ed aderì al gruppo maoista guidato da Aravindan Balakrishnan, un attivista di origine indiana conosciuto negli ambienti dell'estrema sinistra come «compagno Bala».



Alcune immagini televisive di repertorio mostrano Josephine assieme ad altri membri del gruppo mentre inveiscono contro i giornalisti nel 1997.



La vittima più anziana, 69 anni, sarebbe un'ex studentessa malese, Aisha Wahab, di cui si erano perse le tracce a Londra negli anni settanta. Una donna con questo nome fu fermata dalla polizia nel 1978 durante un raid in una comune guidata dal compagno Bala. La vittima 30enne viene indicata come Rosie Davies. Eleri Morgan, cugina della presunta madre, si è dichiarata disponibile ad un prelievo del Dna per favorire un'identificazione definitiva. E ha chiesto la riapertura dell'inchiesta per la morte di Sian Davies.



Intanto la polizia ha annunciato di aver ricevuto il via libera degli esperti per poter interrogare le tre vittime e chiarire meglio il quadro delle accuse contro il compagno Bala e sua moglie Chanda, originaria della Tanzania. Dopo l'arresto dei due presunti aguzzini, le tre donne sono state condotte in una casa protetta dove sono state assistiti da esperti nella cura delle vittime di gravi traumi.
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