Parigi, Djamel Begal: dalla moschea di Finsbury Park a Londra spunta il mentore dei Kouachi e di Coulibaly

Parigi, Djamel Begal: dalla moschea di Finsbury Park a Londra spunta il mentore dei Kouachi e di Coulibaly
di Giulia Aubry
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Domenica 11 Gennaio 2015, 17:58 - Ultimo aggiornamento: 19:11
Una rete europea. Connessioni che uniscono la Francia e l’Inghilterra ma che, probabilmente, hanno nodi in altri Stati del nostro Continente e legami con paesi del Nord Africa e del Medio Oriente, e che legano, in maniera evidente, i tre attentatori di Parigi a un network (già noto) di estremisti britannici, le banlieue della capitale francese al Londonistan della capitale inglese.

Al centro (o a uno dei capi principali di questa rete) Djamel Beghal, 49 anni, attualmente rinchiuso in un carcere francese ma in passato noto come uno dei predicatore della Moschea di Finsbury Park. La stessa in cui ha per anni ha operato, in qualità di imam, l’egiziano Abu Hamza diffondendo, tra i giovani delle periferie londinesi (altrimenti dette Londonistan) il pensiero del fondamentalismo e della militanza armata islamica, le basi della odierna jihad che in questi giorni ha terrorizzato l’intera Francia.

I giornali britannici non hanno dubbi a riguardo. E a sostegno della loro tesi il Sunday Times, il Daily Mail e il Telegraph hanno pubblicato diverse testimonianze a sostegno e persino delle foto che ritraggono Beghal con Cherif Kouachi nel 2010 e con Coulibaly nel 2012.

Sarebbe proprio Beghal, anche lui franco-algerino, ad aver addestrato Hayat Boumeddiene, vedova di Coulibaly e donna più ricercata di Francia, nell’utilizzo della balestra. Le ormai famose immagini che ritraggono la donna coperta dal burqa mentre “punta” il suo fotografo con l’arma potrebbero essere state proprio scattate a Murat, nella Francia centrale, dove Beghal trascorreva il suo periodo di detenzione agli arresti domiciliari e dove i coniugi Coulibaly si sarebbero recati frequentemente.

Beghal è stato accusato di essere uno degli esecutori materiali degli ordini di Osama Bin Laden in Europa, e con tale accusa – connessa a un presunto tentativo di attentato all’Ambasciata Americana in Francia – è stato arrestato nel 2005. Secondo i giornali britannici, e sulla base del materiale fotografico che riprende Cherif e Beghal contemporaneamente “ospiti” del centro di detenzione, è in questo periodo che avrebbe conosciuto Cherif Kouachi di cui sarebbe diventato mentore. Una volta usciti di prigione Beghal avrebbe convinto Cherif, suo fratello e Amedy Coulibaly a entrare nella sua cellula in attesa di organizzare un’azione in Francia o in Gran Bretagna. In linea con questa interpretazione, il Sunday Times riporta le parole di Reda Hassaine, un uomo degli organismi di informazione britannici in passato infiltrato nella moschea di Finsbury: “Quello che è accaduto a Parigi è l’eredità di Abu Hamza”.

Negli ultimi mesi i “rami” britannici della cellula si erano già mossi, ma le forze dell’ordine sono riuscite a entrare in azione prima che potessero colpire degli obiettivi, comunque non così “significativi” come la redazione di Charlie Hebdo e il supermercato kosher di Parigi.

Per i britannici non si può parlare di un affiliazione ad Al Qaeda o a Isis. I fratelli Kouachi, Coulibaly e il “burqa solitario” in fuga – Hayat Boumeddiene – apparterrebbero a una nuova generazione di estremisti influenzati da entrambi (e forse anche da altri) gli attori.

Un quadro estremamente complicato, una “british connection” che preoccupa britannici, francesi e, più in generale, i servizi di sicurezza dell’intera Europa.