Una lenta processione verso la morte. Un'esecuzione a bruciapelo in piazza. I corpi innalzati su croci sul ciglio di una strada trafficata. Sono le immagini che arrivano dall'ultima brutale esecuzione dei miliziani dell'Isis. Questa volta, vittime delle atrocità del Califatto, sono state due presunte spie uccise in pubblico a Raqqa, in Siria.
I due uomini, vestiti in tuta rossa e con le mani legate dietro le spalle, sono stati condotti in processione da miliziani in nero.
Era il 29 giugno 2014 quando Abu Bakr al-Baghdadi, autoproclamatosi emiro dell'Isis, lo Stato islamico dell'Iraq e del Levante, annunciò con un messaggio audio diffuso su Internet la nascita del califfato jihadista nell'Iraq settentrionale e in Siria, con Raqqa come “capitale”. A un anno di distanza il Califfato, nonostante qualche sconfitta, ha tenuto le posizioni in Siria ed è avanzato in Iraq, mettendo le mani su Ramadi ed estendendo la sua influenza nel mondo arabo-musulmano.