Isis, Obama ammette: lo abbiamo sottovalutato. Islam non c'entra nulla

Isis, Obama ammette: lo abbiamo sottovalutato. Islam non c'entra nulla
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Lunedì 29 Settembre 2014, 07:39 - Ultimo aggiornamento: 22:42

Gli Stati Uniti non sono in guerra con l'Islam, una grande religione. Ma c'è un «cancro», l'Isis, da combattere: «Non è l'America contro l'Isis, ma l'America alla guida di una coalizione internazionale per assistere un paese», l'Iraq, «con il quale abbiamo una partnership per la sicurezza». Barack Obama spiega la posizione americana nella lotta agli estremisti e respinge paragoni impliciti con i precedenti impegni militari statunitensi. E ammette la difficoltà nel momento, pur ricordando come già il suo arrivo alla Casa Bianca era stato difficile.

L'ammissione Ma soprattutto ammette che gli Usa hanno sottovalutato l'Isis e i suoi progressi in Siria, dove la guerra civile ha creato le condizioni per il rafforzamento e l'avanzamento dello Stato islamico.

Obama ha fatto 'mea culpa' su alcuni errori di valutazione: l'intelligence, ha sottolineato, «ha sottostimato quello che stava accadendo in Siria», divenuta «l'epicentro per i jihadisti di tutto il mondo».

«Bombe sull'impianto di gas in Siria» Le forze della coalizione guidate dagli Stati Uniti hanno bombardato, nella serata di ieri, il principale complesso di gas in mano all'Isis, Coneco, il più grande della Siria. Lo ha annunciato l'Osservatorio per i diritti umani in Siria, Ong con base a Londra. «La coalizione internazionale ha attaccato per la prima volta l'ingresso e l'area adibita alla preghiera dell'impianto Coneco», ha precisato il direttore dell'Ong, Rami Abdel Rahman, aggiungendo che lo scopo del bombardamento, a suo avviso, è di convincere i jihadisti dell'Isis ad abbandonare l'impianto. Non si registrano morti, ma qualche ferito. Coneco si trova nell'est della Siria, nella provincia di Deir Ezzor, ricca di petrolio e vicino alla frontiera irachena. Produce elettricità per sei province ed è l'unico impianto gasiero ancora in funzione nella Siria orientale.

Le soluzioni La forza militare, ha spiegato Obama, è necessaria per arginare l'Isis e «metterlo all'angolo», ma allo stesso tempo è necessaria una soluzione politica. Insomma una lotta su «due fronti» quella contro l'Isis, che deve passare per un allentamento delle tensioni fra sunniti e sciiti, perché la battaglia fra queste due «sette è la causa maggiore di conflitto nel mondo». Gli Stati Uniti e gli alleati, ha aggiunto Obama, dovranno proporre soluzioni politiche in Iraq e Siria, anche se al momento la priorità è distruggere l'Isis. «Dobbiamo respingerli, ridurre il loro spazio e lavorare per eliminare il flusso di combattenti stranieri».

La sfida «È un periodo significativo questo, ma pensiamo che quando sono arrivato alla Casa Bianca c'erano due guerre in corso e una crisi finanziaria terribile e quasi senza precedenti. Abbiamo incontrato difficoltà e le abbiamo superate. Questo non è per sminuire le sfide serie che ci troviamo ad affrontare oggi» afferma Obama rispondendo a chi gli chiedeva se quello attuale fosse il momento più difficile della sua presidenza. «Stiamo assistendo l'Iraq in una vera battaglia che si tiene nel suo territorio, con le loro truppe. Noi stiamo offrendo supporto aereo. Ed è nel nostro interesse farlo perché l'Isis rappresenta una sorta di ibrido non solo di rete terroristica, ma con ambizioni territoriali e la strategia e le tattiche di un esercito».

«Chance di successo» Bisogna però «distinguere fra l'antiterrorismo e l'occupazione che ha caratterizzato le guerre in Iraq e Afghanistan. È molto diverso che avere 150.000 truppe in Iraq sul campo o 60.000 in Afghanistan». Il presidente americano mette in evidenza come la rete di Al Qaida fra l'Afghanistan e il Pakistan, guidata da Osama bin Laden, è stata resa «inefficace», ma ci sono «gruppi regionali con ambizioni regionali e territoriali», quali l'Isis. La campagna con gli alleati in Iraq ha «chance di successo» aggiunge Obama, precisano come l'America è una paese «indispensabile. Quando c'è un problema nel mondo chiamano noi».

La crisi ucraina Obama si sofferma anche sulla crisi in Ucraina. Definendo la sua relazione con il presidente russo, Vladimir Putin, una «relazione stile business», Obama non ritiene ci sarà un «confronto militare fra la Nato e la Russia».​

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