L'ipotesi di un'autorizzazione del genere, sottolinea il giornale americano sulla base di fonti bene informate, è peraltro solo «una delle alternative» che l'amministrazione sta concretamente discutendo al suo interno nell'ambito della strategia anti-Isis. Fra le opzioni legali sul tavolo, prosegue il Wp, c'è sia quella di ricorrere all'autorità temporanea prevista dalla cosiddetta War Powers Resolution - la quale attribuisce un potere costituzionale transitorio per disporre l'uso della forza in azioni di emergenza volte alla protezione di cittadini statunitensi minacciati nel mondo - sia, appunto, quella della richiesta di un più ampio mandato ad hoc del Congresso: che di fatto significherebbe mani libere contro i jihadisti.
L'allarme Onu. L'inviato dell'Onu a Baghdad, Nicolay Mladenov, si è detto «seriamente allarmato» dalle notizie provenienti da Amerli (nord est) sulle condizioni in cui vivono gli abitanti (in maggioranza di etnia turkmena e di confessione islamica sciita) della città nel nord est del Paese: lo riporta la Bbc online. «La situazione della gente ad Amerli è disperata e richiede un'azione immediata per prevenire possibili massacri dei suoi cittadini» da parte dei jihadisti sunniti, ha sottolineato Mladenov in un comunicato.
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