L'ultima minaccia dell'Isis sui socialmedia: «Uccideremo i dipendenti di Twitter»

L'ultima minaccia dell'Isis sui socialmedia: «Uccideremo i dipendenti di Twitter»
di Giulia Aubry
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Lunedì 15 Settembre 2014, 16:08 - Ultimo aggiornamento: 17:07
“Colpiremo i dipendenti di Twitter!”. questa una delle ultime, incredibili, minacce che emerge da alcuni degli account riconducibili a ISIS e dai forum di discussione presenti nel web profondo, quello non indicizzato e quindi non raggiungibile attraverso i tradizionali motori di ricerca. È ancora una volta Vocativ.com, il sito statunitense di informazione creato da Mati Kochavi, a riportare la notizia, riconducendo l’informazione al profilo twitter di @dawlamoon, probabile esponente del movimento Al Nusra Al Maqdisia, gruppo che lo scorso febbraio ha dichiarato la propria fedeltà a ISIS e che ha più volte dichiarato di aver partecipato alla recente guerra di Gaza.

Pur non rappresentando una voce ufficiale dello Stato Islamico, gli appelli di @dawlamoon appaiono coerenti con le reazioni del movimento alla strategia messa in atto dai responsabili di Twitter per reprimere la propaganda jihadista, e che prevedono la chiusura di tutti gli account che abbiano connessioni con ISIS, lo supportino o incitino alla violenza terroristica. A ciò si aggiunge il fatto che, nelle ultime settimane, è apparso con sempre maggiore evidenza che più che gli account “istituzionali” del movimento, sono i cosiddetti “disseminatori” – elementi non direttamente affiliati, ma che si propongono come consiglieri morali e spirituali dell’organizzazione - a influenzare le dinamiche comunicative social e a guadagnare nuovi elementi alla “causa jihadista” di ISIS attraverso una continua azione di proselitismo. Inoltre l’account di @dawlamoon - chiuso da Twitter qualche ora dopo la pubblicazione delle minacce allo staff del social media – era seguito da moltissimi simpatizzanti di ISIS e, nelle scorse settimane, aveva pubblicato diverso materiale sulle attività dello Stato Islamico in Siria e Iraq oltreché immagini provenienti dalle zone di operazione. Più volte l’account era stato sospeso per essere poi riaperto con piccole variazioni delllo username

Ciò che maggiormente preoccupa è che, dall’analisi fatta dai giornalisti di Vocativ.com, nell’ultimo mese di attività l’11 per cento delle interazioni del profilo si siano svolte con account generati e attivi sul territorio statunitense e, in misura minore, in Canada, Svizzera, Olanda e Germania. Dawlamoon si appella a quello che egli chiama – utilizzando anche l’hashtag - #lastrategiadiattaccodelluposolitario, e che vedrebbe presunte cellule dormienti negli Stati Uniti e in Europa, così come nuovi affiliati, agire in maniera isolata (e quindi più difficile da controllare) nei confronti di obiettivi specifici. “È arrivato il momento di rispondere ai manager di Twitter attaccando direttamente i loro dipendenti e uccidendoli!”.

Se confermata l’autenticità dei tweet e verificata la connessione dell’autore con i vertici di ISIS, questa nuova minaccia sancirebbe una escalation nella strategia dello Stato Islamico che, fino a oggi, non aveva mai indicato direttamente obiettivi da eliminare al di fuori dei propri confini, ma si era “limitato” a minacce di carattere generale e con una tempistica più ampia in funzione, anche secondo quanto sostenuto da diversi analisti, di deterrenza di ulteriori attacchi e bombardamenti del proprio territorio.