Fino a 3.000 ragazze e donne sono state rapite dagli jihadisti dello Stato islamico nel nord dell'Iraq, in appena due settimane - e centinaia di uomini che si sono rifiutati di convertirsi sono stati uccisi. I rapimenti hanno avuto luogo nei villaggi della zona di Tal Afar, dove gli abitanti hanno voluto impugnare le irmi contro i miliziani islamici l'isis. Dalle regioni curde 200mila persone sono fuggite di fronte all'avanzata degli estremisti. Donatella Rovera, responsabile per le zone di crisi di Amnesty International ha riferito all'agenzia di stampa France Presse che «le vittime sono bimbi, anziani e donne di tutte le età. Sono scomparse intere famiglie che hanno scelto di restare. Temiamo che molti uomini siano stati vittime di esecuzioni».
«Due donne, Leila Khalaf e Wadhan Khalaf, sono state rapite dal villaggio Mujamma Jazira», ha dichiarato Dakhil Atto Solo, una loro parente: «Loro sono state prese e portate via dopo che i residenti del villaggio hanno voluto resistere agli attacchi dell'Isis.