Spietate e vissute in occidente: ecco chi sono le donne dell'Isis

Spietate e vissute in occidente: ecco chi sono le donne dell'Isis
di Anna Guaita
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Mercoledì 10 Settembre 2014, 23:09 - Ultimo aggiornamento: 11 Settembre, 22:01

NEW YORK – Partono verso la Siria, convinte che combatteranno al fronte per la gloria dell’Islam. Finiscono in cucina a curarsi della casa e dei bambini, e quando escono devono coprirsi completamente di nero, senza neanche lo spazio libero per la bocca. Le mogli dei combattenti di Isis non sono però deluse: accettano la loro sorte, e si sfogano facendo le guardie della purezza, punendo le altre donne che non seguono con la giusta rigidità le direttive del Califfato.

Almeno 200 donne provenienti dalla Gran Bretagna e da altri paesi occidentali sono scappate in Siria, affascinate dalla propaganda dei guerriglieri islamici.

Due – Umm Layth e Umm Khattab - sono diventate abbastanza note, perché tengono dei blog in cui raccontano la loro vicenda. Una delle aspiranti martiri, Umm Layth (al secolo Aqsa Mahmood), è scappata da una famiglia benestante e moderata di Glasgow lo scorso novembre. Dopo aver frequentato le migliori scuole, e aver vissuto una gioventù assolutamente “normale”, Aqsa è caduta vittima del fascino oscuro della guerriglia islamica. E’ scappata di casa con solo uno zainetto, e si è fatta viva con i genitori dopo mesi per informarli che si era sposata “con un combattente di Isis”.

I genitori, sgomenti e addolorati, ancora adesso non riescono a spiegare cosa sia successo nella mente della figlia. Lei invece scrive assicuamente il blog, e dà consigli alle altre ragazze che vogliano seguire il suo esempio : «Prima di partire, fate tutte le vaccinazioni necessarie. Mettete in valigia scarpe solide e comode, e abiti caldi. E anche: fornitevi di numerosi niqab (il velo integrale che copre tutto, dalla testa ai piedi), perché qui in Siria quelli disponibili sono attillati, fanno vedere il volto, sono una presa in giro».

Perché tante ragazze occidentali si sono fatte attirare dal mondo spietato e integralista del califfato islamico? «Inizia come un’avventura - spiega la studiosa britannica Melanie Smith, del King’s College, che sta seguendo le vicende di 21 di queste giovani -. Si comportano come ragazzine innamorate di una band pop giovanile. La loro dedizione al fanatismo violento nasce da una mescolanza di innocenza ed esuberanza giovanile».

Umm Layth, come la collega Umm Khattab, anche lei una blogger di origine occidentale, lamenta però il fatto che una volta arrivata “al fronte” non ci fosse alcuna possibilità per lei di partecipare alla guerra santa. Tuttavia gioisce del fatto che sia stata creata una divisione di sole donne: 60 ragazze di età inferiore ai 25 anni, alle quali è stato affidato il compito di guardare i confini insieme ai miliziani. Tocca a loro ispezionare le donne che passano, e assicurarsi che “rispettino il severo codice morale di isis”. A questo battaglione di amazzoni in nero è stato dato anche il compito di pattugliare i mercati e le scuole, e frustare le donne che non rispettino le regole.

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