L'Isis celebra i bambini kamikaze sui social: uno di loro avrebbe ucciso 50 curdi

L'immagine di Abu Khattab al-Ansari diffusa dai media ufficiali di Isis
di Giulia Aubry
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Martedì 7 Luglio 2015, 14:42 - Ultimo aggiornamento: 8 Luglio, 15:10
Un viso da bambino. Niente barba. Una mimetica troppo grande per lui. Lo sguardo fisso, in un viso senza espressione. Troppo fisso, troppo poco espressivo per poter essere naturale.



Così appare Abu Khattab al-Ansari - ma altre fonti sostengono che il suo vero nome sia Omar Hadid al-Muhammadi - nell'immagine diffusa dai principali media riconducibili all'Isis e poi ripresa su tutti i social media.



Il quattordicenne, celebrato come eroe e martire dai sostenitori del sedicente Stato Islamico, avrebbe ucciso oltre 50 curdi in un attacco kamikaze condotto nella città siriana di Ras el Ain al confine con la Turchia, nel quale avrebbe perso anch'egli la vita.

Nella stessa giornata - il 6 luglio scorso - un altro giovanissimo "guerrigliero" avrebbe compiuto un atto analogo nelle vicinanze. L'Isis avrebbe descritto i due attacchi come parte di una più ampia offensiva strategica contro le milizie del PKK curdo, attualmente impegnato in una strenua resistenza nel nord della Siria.



Una ulteriore escalation di violenza - non solo mediatica - che coinvolge sempre più giovanissimi di origine siriana e irachena. Alcuni di loro, solo qualche giorno fa, erano stati i protagonisti dell'esecuzione di massa di 25 soldati siriani tra le rovine dell'antica città di Palmira, ormai da settimane sotto il controllo del sedicente Stato Islamico. E giovani tra i 12 e i 17 anni vengono abitualmente mostrati nei video diffusi dalla propaganda di Is mentre si addestrano in campi creati su misura per loro. L'autoproclamato Stato Islamico non perde occasione di celebrare i suoi "bambini soldato" esaltando il loro coraggio e la loro fedeltà alla causa. Daesh non ha mai fatto mistero di puntare sulle future generazioni - isolate da ogni forma di informazione e contatto con l'esterno delle aree da loro controllatew - per costruire il futuro Califfato.



In quelle dita alzate in segno di vittoria e aperta vocazione al martirio con cui si presentano al mondo per l'ultima volta, c'è tutto il dramma di questi ragazzi, poco più che bambini, su cui la propraganda dell'Is - probabilmente supportata anche dall'uso di sostanze stupefacenti, come riporta qualche analista internazionale - trova facile terreno di coltura e proselitismo. Giovani vite che portano via di decine di altre vite, senza sapere neanche perchè lo stiano facendo.