In Inghilterra, secondo gli ultimi dati disponibili, vengono eseguiti circa 220 mila aborti all'anno (105 mila in Italia). Di questi, nonostante le leggi estremamente elastiche, circa 98 mila vengono praticati illegalmente. Uno studio del Governo ha dimostrato che nel 54 per cento dei casi il medico non vede neppure la paziente una volta prima dell'interruzione di gravidanza. Lord David Steel, padre della legge che governa la materia - l'Abortion Act del 1967 - si è detto "pentito" per le decisioni di un tempo definendo "deplorevole quello che avviene, perché questo (il numero altissimo degli aborti) non era lo spirito della legge".
Lo scandalo dei feti bruciati nelle caldaie per il riscaldamento è arrivato in un momento in cui il dibattito sull'intrruzione di gravidanza si è fatto nuovamente rovente. Il ministero della Sanità è intervenuto vietando "immediatamente" la procedura. Uno dei sottosegretari del governo Cameron l'ha definita "totalmente inaccettabile". Le norme prevedono che i feti abortiti vengano eliminati "in modo umano": seppellliti o cremati, ma mai insieme ad altri rifiuti.
La stampa inglese non ha potuto far a meno di sottolineare che un "costume" così diffuso - 15 mila feti sono una enormità - dimostra quale tipo di deriva si è fatta strada nel mondo sanitario e nella gestione degli aborti. Le nuove polemiche sembrano solo all'inizio. Uno studio appena pubblicato dal quotidiano The Indipendent sostiene che nel Regno Unito, in base alle statistiche, mancano all'appello ben 5 mila bambine. Il giornale non ha dubbi: l'aborto selettivo in Inghilterra è ormai "una pratica diffusa quanto in India".
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