Indonesia, scuola choc: obbligo test della verginità per le ragazze che vogliono diplomarsi

Indonesia, scuola choc: obbligo test della verginità per le ragazze che vogliono diplomarsi
di Stefania Piras
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Mercoledì 11 Febbraio 2015, 10:03 - Ultimo aggiornamento: 12 Febbraio, 20:48
Vuoi il diploma? Basta che tu sia vergine. Il governo della città di Jmeber, in Indonesia, ha lanciato la proposta choc di verificare la verginità intatta delle ragazze che frequentano la scuola superiore e vogliono proseguire gli studi. Una proposta che è stata immediatamente denunciata dall’osservatorio sui diritti umani. E’ discriminatorio basare l’ingresso all’istruzione sul fatto di essere vergini oppure no, ha dichiarato in sintesi un attivista. Questa, in realtà, è la seconda puntata di una faccenda che era già emersa in passato con le poliziotte indonesiane (3% del totale) costrette fino a pochissimo tempo fa a sottoporsi al test di castità.



L’idea degli amministratori di Jember ha un perché. Secondo loro è un modo per arginare prostituzione e rapporti sessuali prematrimoniali. Dal test sarebbero dispensati però gli studenti di sesso maschile.

“Gli amministratori di Jember dovrebbero abbandonare l’idea e chiedere scusa per la riesumazione di una questione medievale,” ha detto a Uca news Andreas Harsono, un ricercatore indonesiano di Human Rights Watch che vive a New York. “Sono nato e cresciuto a Jember e quest’idea non ha nulla a che vedere con i musulmani moderati che conoscevo” ha aggiunto riferendosi al partito Nahdlatul Ulama (NU), la seconda organizzazione islamica più importante del paese che ha rifiutato categoricamente la proposta “Se una ragazza non dovesse avere il requisito sarebbe oggetto di scherno nella società e poi perché solo le donne?” si chiede MN Harisuddin del NU.



“Spero che intervenga il presidente Jokowi (Joko Widodo) e fermi questa idea crudele e degradante che mette in pericolo l’istruzione delle ragazze di Jember e che non ha validità scientifica” ha detto Phelim Kine, giornalista e presidente della sezione asiatica di Human Right Watch che ha più volte denunciato il test "two fingers", letteralmente "delle due dita".

Mufti Ali, esponente dell’assemblea legislativa locale e autore della proposta, spera invece che la proposta intercetti altri consensi oltre la città





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